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Scritto da aldo grandi
Cultura
16 Marzo 2023

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Potrà anche sembrare riduttivo, ma se un risultato l'ex professore di storia Luciano Luciani è riuscito ad ottenere ed è un record, è quello di aver portato decine e decine di lucchesi ad assistere alla presentazione di un libro scritto su Pisa... rossa e plebea. Nessuno, prima d'ora, era stato capace di tanto, ossia far digerire agli orgogliosi cittadini dell'ex repubblica indipendente fino all'avvento di un tal Napoleone Bonaparte, lo storico nemico, appunto, la città di Pisa. 

Battute a parte, c'era davvero tanta gente, oggi pomeriggio, fuori e dentro la sala Tobino di Palazzo Ducale, concessa a tempo di record, appena sei ore, dall'ente governato da Luca Menesini che, giustamente, non ha voluto perdere l'occasione di fare uno sgambetto ai cugini di città, ossia alla giunta di Mario Pardini. Dopo la maldestra cancellazione della presentazione del libro all'Agorà e tutto quel che ne è conseguito in termini di pezze e toppe più gravi e grosse del danno, in un battibaleno Teresa Leone e il suo staff hanno allestito una splendida sala per accogliere Luciano Luciani e il suo libro. 

Tra i presenti e ce ne dimentichiamo sicuramente qualcuno, abbiamo notato Francesco Battistini ex presidente del consiglio comunale, Roberto Guidotti anche lui del Pd, l'assessore all'Ambiente del comune di Capannori Giordano Del Chiaro, l'ex candidato a sindaco per il Pd e assessore Francesco Raspini, il consigliere comunale Pd Gianni Giannini. Ma anche il centrodestra e maggioranza a palazzo dei Bradipi era ben rappresentato, a cominciare dal sindaco Mario Pardini che ha mantenuto la promessa fatta di essere presente e che, addirittura, ha annunciato - scippando l'anteprima a Raspini e all'opposizione - che il 29 marzo alle 18.30 il libro di Luciani si presenterà alla tanto agognata Agorà; l'assessore al bilancio Moreno Bruni, il consigliere comunale Ferruccio Pera. Tra gli altri anche l'ex caposervizio del Tirreno Marco Innocenti. 

Questo, almeno, all'inizio: ci sta che con il tempo siano arrivati altri esponenti dei partiti e dei movimenti politici. Noi, però, ce ne eravamo già andati visto che il libro lo avevamo letto tra i primi e anche recensito e che, non ce ne vorrà l'amico Luciani, a nostro avviso non ci sembrava tale da meritare tutto questo caos. Di sicuro ne sarà molto contento l'autore, ché se non fosse stato per Mia Pisano e per il dipendente comunale dell'Agorà, probabilmente tutta questa pubblicità gratuita e tutta questa gente non l'avrebbe potuta nemmeno immaginare.

E' stato bravo l'ex professore del liceo Machiavelli, un signore che ha saputo gestire sin da subito l'atmosfera pronta a esplodere se solo qualcuno avesse gettato un cerino in mezzo alla platea. Luciani si è confermata persona saggia e misurata, disponibile al confronto, paziente e, soprattutto, aliena da qualsivoglia strumentalizzazione. Ha, infatti, esordito dicendo che si sarebbe parlato solamente del libro e che tutto il resto sarebbe rimasto fuori. E così è stato. Ma L;uciani ha fatto ancora di più. Pur essendo, da sempre, un uomo e un intellettuale di sinistra impegnato, ha voluto sottolineare come, al di là delle polemiche più o meno giustificate o gratuite, Mario Pardini è pur sempre il sindaco della città nella quale, 40 anni fa, lui aveva scelto di venire a lavorare e a vivere e dove vive tutt'ora. Rispetto, quindi, per la sua carica e la sua persona.

Il libro su Pisa rossa e plebea sarà duro da digerire per molti lucchesi e non perché non sia interessante, tutt'altro. Semplicemente perché è la storia di un giovane pieno di sogni ed entusiasmi che, nella realtà italiana degli anni Sessanta, si trova a darsi da fare per aiutare tutti quelli che, per un motivo o per l'altro, non avevano avuto i mezzi per studiare e trovare un lavoro per migliorare le proprie condizioni di vita. E a quell'epoca queste erano, per la maggior parte del Paese, ben poca cosa. 

E' il libro di Luciani, un testo autobiografico che l'autore regala alla città della torre pendente rievocando personaggi e momenti che, a Lucca, nessuno, presumibilmente, nemmeno ricorda. Era, quella, una stagione che ha visto impegnati centinaia di migliaia di giovani, studenti e non, tesi a credere che un mondo diverso e migliore fosse, davvero, possibile. Sappiamo tutti come è andata a finire, ma ciò non toglie che quello spirito e quel volontarismo rappresentavano qualcosa di importante e di rappresentativo di e per una intera generazione.

Che dire?, quindi, al termine di questa presentazione? Che se a destra fossero stati un po' più intelligenti, avrebbero evitato di darsi una martellata sulle palle e, in particolare, di fornire alla sinistra alimento e carburante necessari a restare in vita.

 

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