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Scritto da Redazione
Economia e lavoro
13 Febbraio 2021

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Da garanzia a rischio. È il passaggio di status che il settore turistico, in un anno, ha subito. È ciò che si sentono dire i lavoratori della categoria di fronte alla richiesta di un mutuo. Ogni giorno cercano di reinventarsi, galleggiano aggrappandosi alla speranza, mentre l'incertezza li spinge a fondo. I numeri parlano chiaro:

"Dall'inizio della pandemia abbiamo guadagnato quasi l'80 per cento in meno rispetto al 2019 - dichiara Pietro Bonino, presidente di Federalberghi di Lucca - Siamo consapevoli della gravità della situazione sanitaria, ma il nostro settore è a terra".

A soffrire sono i gestori delle strutture che non riescono a pagare gli affitti, la forza lavoro che comincia a essere troppa per una curva di domanda così scarsa e tutte le altre attività che girano attorno all'economia della categoria. L'aeroporto di Pisa, ad esempio, è uno dei più importanti per quanto riguarda il noleggio delle auto, che oggi, ovviamente è in stallo.

"Siamo una catena, se si ferma uno ci fermiamo tutti ed è quello che sta accadendo - continua Bonino - Ogni giorno aumentano le cancellazioni, sia di italiani che stranieri. Gli aerei non partono, i viaggi di lavoro spesso vengono rimandati e i colori delle regioni italiane cambiano in continuazione. Ci troviamo in una situazione disarmante che prevedibilmente continuerà fino all'estate, sicuramente fino a giugno".

Chi può rimanere temporaneamente chiuso, lo fa. Chi può aspettare aspetta. Gli altri con rammarico mollano la presa.

"A rimetterci non è la struttura in sé, la quale una volta terminato questo periodo rivedrà la luce con un'altra gestione. A soffrire sono le persone che lavorano all'interno e che hanno dovuto abbandonare l'attività. Speriamo in un miglioramento, ma al momento la situazione è drammatica - prosegue Federalberghi - Ci reinventiamo tutti i giorni, le strutture sono costantemente sanificate e la sicurezza è la nostra priorità. Mancano i turisti, le persone. Manca ciò per cui un albergo riesce a vivere. Dal 30 aprile, molti che finora hanno resistito rimanendo chiusi proveranno a riaprire, anche perché a maggio scadrà la cassa integrazione. Se però dovessi dire con certezza quanti riusciranno a farlo realmente non saprei rispondere. Navighiamo a vista , questo è tutto quello che so".

L'Italia vive in gran parte di turismo e le conseguenze ricadono su ognuno di noi. E così un settore che fino a 365 giorni fa mai avrebbe immaginato di poter crollare, oggi si trova a lottare con un quotidiano incerto, cercando di non perdere la speranza di rivedere presto la luce in fondo al tunnel. 

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