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Scritto da Redazione
Economia e lavoro
14 Giugno 2020

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"Manifattura Tabacchi di Lucca: un'occasione per riflettere sul futuro del nostro Paese e dei nostri figli". Così la definisce Manfredi Catella, Ceo di Coima SG, l'azienda che, con l'appoggio della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca di Marcello Bertocchini, vuole ristrutturare la ex manifattura tabacchi investendo una somma di circa 60 milioni di euro. 

Catella ha inviato una lettera aperta, se così vogliamo chiamarla, alla città e si percepisce chiaramente che stia strizzando l'occhio a chi dovrebbe procedere nella realizzazione di un progetto destinato a stravolgere completamente la città. La recente mossa di Confcommercio che ha ribadito la sua approvazione oltre a qualche altro intervento istituzionale - sempre gli stessi, quelli che sono al timone - deve aver risvegliato, complice la fine dell'emergenza sanitaria, gli istinti fagici di quanti vogliono portare avanti questa mega ristrutturazione. Ora anche il Covid-19 diventa un ulteriore argomento a favore, viste le devastanti conseguenze economiche, per rilanciare tutto, compresa, appunto, la ex manifattura tabacchi, un rudere senza alcun valore artistico né storico che, a nostro avviso, andrebbe buttato giù. Senza se e senza ma.

Ecco l'intervento integrale di Manfredi Catella: 

Stiamo vivendo una crisi sanitaria ed economica che ha evidenziato il lato fragile della globalizzazione, che ne è anche il punto di forza: la connessione. Il prossimo futuro dipenderà da ognuno di noi, dal nostro modello culturale e dalla classe dirigente che dovrà tradurlo in scelte per il Paese. Per la prima volta il mondo occidentale postmoderno sta vivendo una "prolungata scarsità", dopo decenni di prosperità che hanno illuso molte generazioni di una disponibilità illimitata.

Come riemergeremo dalla doccia fredda dell'isolamento e delle sue conseguenze economiche?
Sarà necessario il coraggio di superare quell'approccio individualistico e conservativo che ha indebolito il nostro Paese: campanilismo, gioco delle parti, faziosità, ma anche burocrazia ispirata al "non fare" e al "non far fare" e un'idea di Stato come centro di potere invece che come alleato della società civile. Questa crisi ci dà un'opportunità unica: cambiare il nostro Paese in meglio. Penso al nostro territorio, sintesi unica al mondo di bellezza, cultura e storia. La crisi può essere un'occasione per aprire il "cantiere Italia", accelerare il rinnovamento delle nostre città e la riqualificazione del patrimonio edilizio in considerazione dei cambiamenti climatici.

La digitalizzazione richiederà interventi infrastrutturali, i trasporti sono destinati a evolvere rapidamente in modo sostenibile e le infrastrutture logistiche destinate alla distribuzione dei beni dovranno essere potenziate.
La residenza, scuole e ospedali richiederanno programmi di rinnovamento. Il turismo potrà evolvere per diventare un'infrastruttura competitiva a livello mondiale. Gli spazi pubblici torneranno a essere centrali nel disegno di città resilienti e gli edifici diventeranno più complessi per tecnologia, sicurezza e prestazioni funzionali. L'amministrazione pubblica dovrà ripensare integralmente l'occupazione attuale dei propri uffici, oltre a riconvertire prigioni, caserme, impianti produttivi, aumentando efficienza e produttività.
Le nostre città sono più piccole rispetto alle grandi città del mondo ma anche per questo sono più vivibili e sicure e, se ben collegate con alta velocità, mobilità integrata e aeroporti locali, possono diventare un modello di sviluppo del territorio, migliore rispetto a quello delle megacity che l'esperienza Covid sta mettendo in crisi.Un programma strategico di questa ambizione avrebbe da subito un impatto significativo
sull'economia reale in termini di contributo alla crescita del PIL, con creazione di lavoro e innovazione.
E per attuarlo, ove venga declinato un piano industriale nazionale con incentivi adeguati e processi efficienti, abbiamo già tutto quello chi occorre: il nostro territorio e le nostre città, i capitali degli investitori istituzionali, le banche. Lo Stato, con CDP e altri veicoli, potrebbe co-investire, lasciando al settore privato qualificato la responsabilità e la competenza di sviluppare.

La Manifattura Tabacchi, in questo contesto storico ed economico, può rappresentare un progetto virtuoso di rilievo nazionale offrendo alla città di Lucca e ai suoi cittadini e visitatori non solamente l'occasione di riqualificare e rifunzionalizzare un sito storico industriale abbandonato da tempo, ma anche di assumere un ruolo culturale nel dibattito europeo e nazionale in corso sulla rigenerazione urbana. Rispettosi delle istituzioni leggiamo il dibattito avviato nell'ambito del consiglio comunale preferendo mantenere il silenzio sino a quando
non saremo invitati a partecipare nel rispetto delle procedure avviate, mettendo a disposizione dei cittadini e delle istituzioni lucchesi l'esperienza che abbiamo maturato ove gradita e nel rispetto di un impegno positivo e costruttivo che possa generare un progetto esemplare coerente con le riflessioni che mi sono permesso di condividere con questo breve contributo.

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