Anno XI 
Giovedì 6 Novembre 2025

Scritto da francesco pellati
Politica
22 Gennaio 2025

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A me Trump è poco simpatico.  Sentirlo dire che Dio lo ha salvato dalla pallottola dell’attentatore per dare all’America un condottiero del suo valore mi fa un po' ridere. Noi sofisticati europei queste cose le sentiamo dire dai tempi dell’imperatore Costantino e di seguito per secoli, fino all’ultimo “uomo della provvidenza”, il Benito Mussolini, peraltro inutilmente dileggiato dalla pseudo storia che ci propinano come pane quotidiano.
Però quando il Trump espone il suo programma mi unisco alle tante standing ovation che hanno accompagnato il suo discorso di insediamento. 
L’impegno per la pacificazione delle guerre in corso: non so se ci riuscirà ma anche solo provarci mi pare titolo indiscutibile di merito. La abolizione dello jus soli, vigente da sempre in USA, invocato dalle sinistre italiane. Il contrasto con ogni mezzo alla immigrazione illegale. 
L’espulsione dei clandestini entrati per le opache politiche di sinistrar: provocano, come da noi, bande di uomini (le donne compaiono quasi solo sui marciapiedi costrette a prostituirsi) che devono campare ma non volendo o non potendo lavorare vanno dritti nelle gang americane (o nelle mafie italiane) e ne creano di proprie. Destabilizzano l’ordine pubblico già fragile per le tolleranze e gli ammiccamenti verso i violenti americani (e italiani) che devastano per programma.
Rilevo, per inciso, quanto sia falso dire che gli italiani non vogliono più fare certi lavori: basta pagarli in proporzione a fatica e impegno.  
Cade qui uno dei tanti asini della dottrina sociale di PD e CGIL: vogliono il salario minimo ma anche l’immigrazione aperta che mette a disposizione mano d’opera a costo basso per chi vuole approfittarne. Valli a capire!  
I generi, che sono due: maschi e femmine: un inno alla natura finalmente! Poi che ci sia gente fluida, incerta sull’uso del proprio sesso, sono affari suoi: del suo sesso ne fa quello che vuole, entro i limiti delle leggi beninteso. Ma non rompe le scatole con i gay pride, le culture gender, gli uteri in affitto, ì tic declinati come diritti. 
La libertà di espressione, la fine delle censure da politicamente corretto, da cultura woke (una vaccata pazzesca che impone i limiti dentro cui ci si può esprimere e propone di cancellare i segni della nostra civiltà). 
L’abbandono della green economy che soffoca la nostra economia e alimenta quella cinese. Che sia in atto un cambiamento climatico mi pare pacifico, che sia solo colpa dall’uomo è più controverso. Che la Cina concorra all’inquinamenti globale per oltre il 35% e gli USA per il 14 % è altrettanto assodato. Trump rileva che la Cina continua imperterrita a usare carbone e petrolio per produrre beni e merci con cui invade i nostri mercati. 
Ora basta, dice Trump; anche gli USA ricominceranno a usare combustibili fossili per i propri bisogni di energia. 
Il progetto della sinistra politico/ burocrazia U.E. resta l’unico al mondo, punisce la nostra economia, provoca chiusure, fallimenti, licenziamenti per ottenere, se tutto andasse bene, una riduzione del 3% dell’inquinamento totale: c’è da augurarsi che la signora Meloni riesca a far rinsavire anche la U.E. su questi e su altri progetti tutta ideologia e niente realismo. 
L’uscita conseguente dagli accordi di Parigi ma anche dalla OMS, l’inquinata Organizzazione Mondiale della Sanità che ha coperto le magagne dell’origine cinese del Covid e ha gestito la conseguente crisi pandemica poco al servizio della scienza molto a quello di una parte politica.
Il chiarimento sulla vicenda del Canale di Panama, restituito dagli USA al governo panamense per scadenza del termine di utilizzo e rivenduto dallo stesso alla Cina nel generale silenzio. 
Non è solo questione di Panama e di Trump, è questione di tutto l’Occidente che costruisce strutture e infrastrutture, le dona ai vari governi terzomondiali che le rivendono alla Cina che si infila dappertutto. 
Ma le dottrine dei nostri sinistri accusano noi occidentali di razzismo e colonialismo. 
Vuoi mettere la Cina!  
Forse Trump, con la ruvidità dei toni e l’antipatia dello sbruffone, suona non la carica ma la sveglia all’Occidente: difendi i tuoi valori che sono quanto di meglio oggi offre la comunità umana. 
Fallo con l’orgoglio di cui hai diritto, ostacola chi è in costante guerra per affermare valori di retroguardia o di limitazioni alla libertà dell’uomo (e della donna). 
A me l’appello piace. Confido che piaccia anche alla maggioranza dei miei concittadini e al governo che ci siamo dati. 

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