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Scritto da luca lupi
lettere alla gazzetta
13 Luglio 2023

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento a firma di Luca Lupi, biografo di Carlo Piaggia, socio corrispondente della Società Geografica Italiana e membro dell'Accademia delle Scienze di Siena:

Egregi direttori

vi scrivo questa lettera aperta con alcune considerazioni che spero vogliate pubblicare integralmente, in seguito ad alcuni articoli letti sui vostri quotidiani usciti il 10 e il 13 luglio a firma di Linda Bertelli e di Francesca Leonardi, riguardanti un "passato scomodo", "realizzazioni del fascismo" e una "eredità difficile" di alcune opere dedicate a personaggi lucchesi.

Tra questi monumenti è stato inserito anche quello dedicato a Carlo Piaggia sito sotto le logge del Palazzo Pretorio in piazza San Michele. Questo ingiusto e indegno accostamento dell'esploratore lucchese ad un passato scomodo e una conseguente eredità difficile mi tocca di persona e per dare a Cesare quel che è di Cesare mi impone di precisare nettamente chi fosse il personaggio Carlo Piaggia per riportare una verità storica altrimenti travisata. Evidentemente non si conosce il personaggio e la storia del suo monumento. Dal 2013 mi occupo di ricerche storiche e geografiche su Piaggia in collaborazione con l'Istituto Storico Lucchese, il comune di Capannori e la Società Geografica Italiana. Dal gruppo di studiosi, che mi onoro di aver coordinato, è stato eseguito un lavoro di ricerca storica eccezionale mai realizzato prima teso a far conoscere la figura meritoria di Carlo Piaggia culminato con: una imponente monografia (2040 pagine) finanziata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e pubblicata nel 2017, una pubblicazione divulgativa più agile finanziata dalla Fondazione Banca del Monte di Lucca (2022), inaugurazione di una statua nel comune di Capannori a settembre 2022 e una recente spedizione che nel febbraio-marzo 2023 ha individuato in Sudan la tomba dell'esploratore.

L'umile Carlo Piaggia è stato un grande esploratore italiano nel continente Africano ma quello che lo eleva al di sopra dei suoi antagonisti dell'epoca fu il suo lato umano nei confronti delle popolazioni locali, nei confronti della natura in genere e anche degli animali che cacciava.  Quasi un caso isolato, completamente controcorrente, rifiutò il concetto chiave del colonialismo e tutti i pilastri culturali del tempo che lo giustificavano. Le faticose pagine dei suoi racconti non cessano mai di sorprendere per la continua e coerente non-violenza con la quale tratta sempre gli indigeni, inorridito e scandalizzato dalla ferocia degli schiavisti arabi. Piaggia non ebbe paura di dire quello che pensava e quindi diventa testimone e ha il coraggio di raccontare e denunciare pubblicamente tutte le ingiustizie e atrocità viste e racconta esattamente cosa ha visto. Piaggia, nelle sue memorie e, addirittura in documenti ufficiali, non ebbe mai paura a raccontare e condannare duramente le violenze, i soprusi e crimini commessi anche dagli uomini bianchi europei, esploratori, funzionari, coloniali, commercianti etc. In altre parole, è da sempre considerato da tutti i ricercatori ed esperti della materia il più moderno di tutti gli esploratori-etnografi del suo tempo, anticipatore di problemi attuali e interprete dei rapporti fra la civiltà europea e quella africana.

Nei suoi scritti emerge chiaramente la capacità di capire e comprendere la vera natura umana delle popolazioni con le quali riuscirà ad entrare in sintonia grazie ad un approccio delicato e generoso, emerge la sua curiosità di sapere e la paziente ricerca di comprensione reciproca lo porterà ad essere un vero antesignano della moderna antropologia che si svilupperà proprio a partire dalla metà del secolo ottocento e che vedrà come maggior esponente italiano Paolo Mantegazza.  In seguito alla sua morte, avvenuta in Sudan nel 1882, i lucchesi intesero onorarlo e con una sottoscrizione pubblica fecero realizzare dallo scultore Augusto Passaglia un busto con lapide inaugurando il monumento il 20 settembre 1896, praticamente un quarto di secolo prima dell'avvento del fascismo in Italia. In conclusione, di questa sintetica disamina affermo, senza alcun timore di smentita, che Piaggia è un personaggio del quale non ci si può e non ci si deve mai vergognare; Il suo passato fu limpido, meritorio, coraggioso! Non si capisce per quali motivi le autrici dei sopracitati articoli lo abbiano inserito nel percorso di trekking urbano dove andare ad osservare e criticare l'operato dei personaggi individuati come forieri di un passato scomodo e di una eredità difficile. Invito a leggere il frutto delle nostre decennali ricerche, che metterò volentieri a disposizione, per argomentare correttamente sulla figura di Carlo Piaggia, evitando accostamenti impropri ed ingiusti come invece è stato fatto!! 

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