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Scritto da Redazione
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30 Novembre 2020

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera di ringraziamento da parte della famiglia della signora Marisa Pelli, 73 anni, al personale medico e sanitario dell'ospedale di Lucca per averle salvato la vita a seguito di un grave problema al cuore:

"Dieci giorni prima avevo portato la mia mamma dal medico perché lamentava dolori alle spalle e alle braccia. Il medico, dopo averla visitata le ha prescritto l’ecografia alle spalle e una radiografia alla spina, oltre che iniezioni al cortisone e muscoril. Quando gli ho chiesto di fare le analisi, ha detto che era meglio prima togliere i dolori.

Le punture non hanno fatto il loro effetto, o meglio i dolori si calmavano per poche ore e poi riprendevano. Ha fatto l’eco, dove è risultato il tendine destro rotto e il sinistro lacerato che le dava più dolore. Lei hai passato 10 giorni tra iniezioni e calmanti. Alla fine, domenica 22 novembre, alle 6, ha chiamato la guardia medica che l’ha visita e le ha aumentato la dose del cortisone, ma i dolori non accennavano a diminuire.

Alle 18 circa l’abbiamo convinta ad andare al pronto soccorso (perché fino a poco prima si era rifiutata). L’ho lasciata con gli infermieri del pronto soccorso che mi hanno detto che non sarei potuta entrare. Fuori c’è un tendone trasparente dove mi hanno dato il numero dicendo di chiamare verso le 22 e dove ho lasciato il mio. Personale gentilissimo. Alle 22 stavano ancora sottoponendola a controlli.

Alle 23 sospettavano il Covid in quanto c’era una macchia ai polmoni, attendevano il tampone. All’una, tampone negativo, ma il suo problema era il cuore e la macchia ai polmoni era acqua, così l’hanno trasferita in terapia intensiva cardiologica dove alle 02:45 mi hanno richiamata dicendomi che l’avrebbero sottoposta a coronografia. Dopo un’ora il responso: coronarie chiuse quasi totalmente, infarto in corso, situazione grave.

Si sarebbero confrontati sul da farsi e mi avrebbero richiamato. Alle 04:50 mi hanno detto che l’avrebbero trasportata a Pisa d’urgenza dove avrebbero tentato di fare l’angioplastica (poco invasiva, ma di difficile riuscita), ma soprattutto perché pensando che ci fosse bisogno dell’operazione per mettere un bypass; a Pisa sarebbero stati più attrezzati vista la gravità della situazione.

Mi è stato dato in numero del medico di Pisa con cui avevano preso contatti. Mi hanno dato veramente poche speranze perché aveva un grosso infarto in corso e l’operazione sarebbe stata ad alto rischio, però non c’erano alternative. L’ho chiamato e mi ha detto di andare se volevamo vedere mamma. Ho chiamato i miei fratelli e alle 6e30 eravamo a Pisa abbiamo parlato col medico che ci ha confermato che avrebbero tentato di fare l’angioplastica altrimenti l’avrebbero portata direttamente in sala operatoria.

Alle 9:10 invece la buona notizia dopo tanta negatività: erano riusciti ad aprire parte delle coronarie e la situazione si stava stabilizzando. Sentendo i medici ogni giorno, la situazione è sempre andata migliorando pur essendo delicata. Sentiamo mamma regolarmente, la sua voce è forte e fa le battute, si preoccupa a casa per mio padre e per il loro cane Milo. I medici di Pisa hanno chiesto il nome del medico del pronto soccorso di Lucca che aveva preso in “carico” la mia mamma perché è stato bravissimo a capire il problema.

Io l’ho rintracciato, si chiama Gabriele Carmignani, e gli ho parlato, mi ha detto che la diagnosi è stata difficile perché sembrava che tutti i sintomi dipendessero dai dolori del collo e delle spalle, anche l’elettrocardiogramma non presentava la gravità della situazione, ad andare a cercare in profondità con caparbietà è stato anche il fatto che gli antidolorifici non calmavano il dolore.

La famiglia vuole ringraziare il dottor Carmignani del pronto soccorso, la dottoressa Costa della terapia intensiva della cardiologia, che sono stati capaci nel loro lavoro e soprattutto, cosa da non sottovalutare, estremamente bravi a comunicare una situazione tanto grave alla famiglia, e non da meno ringraziare gli infermieri e gli operatori telefonici dell’Ospedale di San Luca".

Da parte dei figli (Cinzia, Sonia e Armando) – marito (Carlo) – famiglia tutta: nuora, generi e nipoti.

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