Anno XI 
Venerdì 19 Dicembre 2025

Scritto da Redazione
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18 Dicembre 2025

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Un libro dello storico dell'arte, nonché scrittore e regista, Riccardo Mazzoni celebra "Francesco Petroni e il Modernismo a Lucca. Dagli albori del XX Secolo alla Prima guerra mondiale": un fascinoso excursus attraverso i periodici, le guide, i cataloghi dell'epoca, con una cronologia dettagliata, praticamente settimana per settimana, delle vicende che caratterizzarono lo sviluppo anche a Lucca, dello "stilnovo" cosmopolita che in Italia designiamo come Liberty (Edizioni Tekn Art, 250 pagine, riccamente illustrato).

Verrà presentato Sabato 20 Dicembre, ore 17, nella Sala conferenze del Museo della Zecca di Lucca, Casermetta San Donato sulle Mura.


Lo scultore Francesco Petroni nacque a Lucca il 29 marzo 1877 da Luigi e Zita Lucchesi, sorella del rinomato scultore Urbano, di cui Petroni è pertanto nipote; abitò per tutta la vita nella città natale in cui morì il 4 Aprile 1960. Fu allievo di Carlo Dal Poggetto al locale Istituto d'Arte, dove ottenne vari riconoscimenti ai concorsi di fine anno. A cavallo tra Ottocento e Novecento compì alcuni viaggi di studio e di formazione in Europa (Monaco, Zurigo, Basilea, Parigi). Vicino agli ambienti progressisti e massonici, al ritorno a Lucca venne precocemente riconosciuto come l'artista più rappresentativo della sua generazione, realizzando numerose opere cittadine ed entrando a far parte di importanti istituzioni come la Commissione provinciale per la conservazione dei monumenti e la Commissione edilizia municipale.

Nel frattempo aveva installato il proprio studio nel Castello della Porta San Donato sulle Mura. Lucca stava vivendo allora un fecondo periodo di trasformazione urbanistica e rigenerazione estetica: tra il 1908 e il 1913, nell'ambito delle manifestazioni del Settembre Lucchese, alcuni giovani artisti nati tutti a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo XIX - oltre al capofila Petroni, in primis Giuseppe Lunardi, Ezio Ricci, Arturo Chelini (che in qualità di pubblicista si adoperò nella divulgazione e nella difesa delle nuove istanze e forme espressive), Arturo Daniele, Giuseppe Baccelli, Alfredo Angeloni, l'ebanista Carlo Spicciani, Placido Campetti (anche Direttore della Pinacoteca Comunale), Mario Carlesi e molti altri, in una fertile atmosfera di amicizia e un'intricata rete di collaborazioni fra i vari artefici - nell'intento di svecchiare il gusto artistico lucchese promossero le Esposizioni Pro Arte Lucensi, i cui cataloghi sono riportati integralmente nel volume, a cui parteciparono giovani pittori, scultori, progettisti, decoratori, con risultati di particolare valore qualitativo soprattutto nella scultura funeraria (di cui Petroni è probabilmente il più significativo autore liberty-modernista in ambito toscano) e nelle arti decorative. Tra le diverse altre maestranze attestate vanno ricordati almeno i fabbri ferrai Narciso Puccinelli con il figlio Enrico e Raffaello Guidi con il figlio Roberto, mentre sul piano della progettualità architettonica spiccano i nomi di Giovan Lelio Menesini, Gaetano Orzali, Virginio Paolinelli, Daniele Del Magro.

Uno spaccato generazionale di notevole interesse e una testimonianza di prima mano della progressiva affermazione del Modernismo nel territorio lucchese, suffragata da uno straordinario corpus documentario frutto di lunghe e appassionate ricerche, con una gran messe di notizie inedite, scoperte, sorprese, vicende biografiche di Petroni e degli altri artefici, precisazioni storiografiche, attribuzioni di opere.

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