Anno XI 
Venerdì 8 Agosto 2025
- GIORNALE NON VACCINATO
claudio
claudio5

Scritto da aldo grandi
Cronaca
07 Agosto 2025

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Sono passati molti anni - e che anni - da quando, giovanissimi cronisti di provincia, incontrammo per la prima volta un altrettanto giovane sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Lucca Domenico Manzione. All'inizio la conoscenza fu occasionale e, soprattutto, saltuaria essendo il titolare della giudiziaria il compianto collega Alessandro Del Bianco. Tuttavia, quando era in ferie o in corta, toccava a noi e al collega Paolo Pacini sostituirlo ed era in quelle circostanze che aumentava la sia pure superficiale conoscenza con questo magistrato che aveva, rispetto a tutti gli altri, un carattere solare e un sorriso contagioso. Per carità, non che non sapesse anche arrabbiarsi o imporsi nei casi necessari, ma verso noi categoria di scribacchini aveva sempre un intervallo di tempo per parlare di tutto un po'.

Era, inoltre, un magistrato che godeva la stima di tutti e, in primis, la nostra perché avevamo consapevolezza non soltanto della sua preparazione e professionalità, ma anche della sua onestà intellettuale che lo portava a non guardare in faccia chicchessia. Certo, a volte ci faceva attendere più del normale, ma, poi, ci restituiva il tempo perso dedicandoci attenzione e ascoltando quello che avevamo da dire. C'è stato un periodo, negli anni Novanta, in cui Domenico Manzione si trovò a gestire alcuni tra i più delicati procedimenti penali che rientravano in quella che potremmo senza dubbio definire la Tagentopoli lucchese e anche processi in cui lo scontro con la grossa criminalità era evidente e pericoloso. Da allora di omicidi a Lucca non se ne sono visti più e quei pochi sempre legati a questioni di carattere privato che si risolvevano nel bel mezzo di un mattino. Altro che i delitti efferati nei confronti delle prostitute slave i cui assassini Manzione scovò dopo lunghe indagini.

Quando se ne andò da Lucca, ma avremmo immaginato che, un tempo e quando non eravamo più in un giornale istituzionalizzato, ma in un quotidiano on line tutto nostro, lo avremmo rivisto e ritrovato a capo della procura della Repubblica di Lucca, lui che era già stato procuratore capo ad Alba in Piemonte. Aveva, inoltre, calcato, se così si può dire, da tecnico sicuramente, ma in governi politici tutti di sinistra, il ruolo di sottosegretario nei tre esecutivi di Gianni Letta, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni. Storcemmo un po' il naso, pensando che un magistrato non avrebbe, a nostro avviso, mai dovuto ricoprire incarichi di carattere politico. La stima, però era rimasta intatta anche se la sua posizione sull'immigrazione non riuscivamo ad accettarla.

A tal proposito ricordiamo la nostra partecipazione alla presentazione del suo libro La fuga, il cui argomento aveva a che fare proprio con il fenomeno migratorio. Accanto a Manzione, sul palco, c'era l'allora direttore responsabile del quotidiano La Repubblica - che noi abbiamo sempre disprezzato - Mario Calabresi. Ad un certo punto il dibattito si soffermò, ci pare di rammentare, su quale potesse essere il modo per risolvere il fenomeno e arginarlo. Di fronte a tutti i presenti, non mancava una sola delle autorità istituzionali, alzammo la mano e chiedemmo di intervenire. Lo facemmo senza esitazioni, dicendo che quando non si vuole far entrare qualcuno in casa che cosa si fa. Si chiude la porta aggiungemmo. Ecco, la stessa identica cosa dovevamo fare per limitare anzi, per impedire tutti gli accessi: chiudere le frontiere, marine e terrestri. Suscitammo commenti di vario genere, tutti negativi almeno dal palco, ma noi siamo ancora convinti che sia proprio così come dicevamo noi.

Mimmo Manzione avrebbe potuto avercela con noi, invece ci ha sempre salutato e sorriso, con quel sorriso che trasmette la convinzione che la vita meriti di essere vissuta nel miglior modo possibile e che non valga assolutamente la pena prendersela più di tanto, soprattutto se, quel tanto, è spesso anche troppo.

L'8 agosto 2025 sarà l'ultimo giorno da procuratore capo di Domenico Manzione. 70 anni di età, portati non bene, di più. Un amico ricco di interessi, che ama il mare e che, come noi, è innamorato della Corsica, che è curioso di tutto ciò che lo circonda e che, in particolare, si considera uomo che vuole e deve ancora imparare. 

A lui auguriamo il meglio perché, almeno a nostro avviso, se lo merita.

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