claudio
   Anno XI 
Sabato 17 Maggio 2025
- GIORNALE NON VACCINATO
Spazio disponibilie

Scritto da Redazione
Cultura
27 Gennaio 2020

Visite: 97

"In ogni attività, la passione toglie gran parte della difficoltà": forse sta cicatrizzata proprio qui, in questa manciata di parole, la forza interiore custodita in un punto imprecisato all'interno di ciascuno di noi. Quella che ci consente di squarciare il velo della sofferenza e di dribblare la banalità del male inferto dagli altri, per allungarsi verso la felicità. Quando le pronuncia, Susanna Erbstein sembra quasi sussultare. Mescolando le dita nelle tasche della memoria, del resto, affiorano ricordi destinati a spostarti qualcosa dentro.  

Anni Trenta. Lucca, Budapest e Torino. Amore, calcio e persecuzioni. Sono queste le coordinate temporali, geografiche e interiori di una storia che pulsava per essere raccontata. Per essere tramandata. A farlo ci ha pensato il regista lucchese Nicola Fanucchi: ma quando ha messo giù lo spettacolo L'allenatore e la ballerina, probabilmente, nemmeno lui avrebbe potuto immaginarsi una reazione collettiva del genere. Dal debutto a Collesalvetti fino Capannori - quasi un anno fa, in un Artè stregato - si è passati ad una vera e propria tournée in giro per i teatri della Toscana e della Lombardia. La storia del mitico allenatore della Lucchese Erno Erbstein e di sua figlia Susanna è penetrata nella coscienza collettiva: una vicenda lucchese messa in scena da artisti lucchesi.

Il protagonista principale è Cataldo Russo (con il quale Fanucchi condivide anche alcune importanti regie internazionali, ndr): a lui il compito di interpretare Erno, il mister di origine ebraica che seppe costruire le fortune dei rossoneri, conducendoli fino alla serie A in soli tre anni dove, era la stagione 1936/37, chiusero con un dignitoso settimo posto.

Accanto a lui si muovono, come se ancora si trovassero sul rettangolo verde del Porta Elisa, quattro calciatori simbolo di quella epopea: c'è il portiere Aldo Oliveri (Lorenzo Ricciarelli e Matteo Micheli), che a dispetto della sua statura non eccelsa diventa campione del mondo e si aggiudica il soprannome di "gatto magico", e c'è Bruno Neri (Emanuele Giorgi), una vita spartita tra pallone e Giubbe Rosse, la fine scritta a Marradi, da partigiano.

Ci sono anche Libero Marchini (Francesco Nutini), l'anarchico sempre impegnato a tirar su un calzettone al momento di fare il saluto fascista, e Bruno Scher (Nicola Cosentino) mediano istriano comunista che si rifiutò di aggiungere una vocale al cognome per mascherare le sue origini.

In fondo agli occhi i successi, l'allenatore portato in trionfo sulle mura, un meraviglioso giro di giostra prima che la vita riesca a mettersi di traverso. Lo scempio delle leggi razziali che costringe Erno e la sua famiglia a fuggire. Quella figlia (interpretata da Jessica Baroni) che resta sempre sullo sfondo, per tutto il tempo, senza parlare, perché forse in fondo non ce n'è bisogno.

Le note di Parlami d'amore Mariù che ispezionano i teatri e si lavorano le coscienze. Alla ballerina bastano le espressioni, i suoi movimenti, ora leggeri e disinvolti, ora testimoni di un terrore profondo, come quello dell'Olocausto. Oltre tutto questo, l'amore e la passione che scavalcano l'odio, sempre.

Fino al 4 maggio 1949, a Superga: dopo la guerra Erno è tornato in Italia, per allenare il grande Torino. La ballerina si appoggia ad un telo bianco, mentre scorrono le immagini di un cinegiornale che annuncia il disastro aereo che sconvolse un Paese in lenta ripresa. Un po' come Antigone, i personaggi messi in scena da Fanucchi scelgono di seguire una legge interiore che va oltre i dettami umani:

"Essere ribelli - commenta il regista - non significa non rispettare le regole. Vuol dire, invece, saper distinguere quelle giuste da quelle sbagliate. Il nostro lavoro muove da questa consapevolezza".

Recentemente, a Torino, Fanucchi, Russo e gli artisti hanno avuto modo di incontrare la grande ballerina: "Ancora oggi dirige una scuola di danza - ricorda il regista - e ha voluto integrare il copione con alcuni meravigliosi episodi di vita familiare. E' stato un regalo immenso".  

E proprio oggi (27 gennaio) in Consiglio Comunale è stata avanzata dal consigliere Giovanni Minniti una richiesta di cittadinanza onoraria per Susanna Egri Erbstein, figlia del leggendario mister. 

Un lavoro che ora prosegue in giro per i teatri d'Italia, grazie anche ad un pubblico sempre più consapevole, complice il costante lavoro portato avanti sull'importanza della memoria, da esercitare a cominciare dalle scuole. Una storia lucchese ma che, in fondo, attraversa generazioni e coscienze. Con un sorriso irriverente cucito sul volto perché il dolore, su quel rettangolo verde, viene calciato via. 

Pin It
Spazio disponibilie
Spazio disponibilie
Spazio disponibilie

ULTIME NOTIZIE BREVI

Spazio disponibilie

Sarà  aperta al pubblico dal 22 al 31 maggio nella chiesa romanica di San Cristoforo in Via Fillungo…

"Volare senza Limiti è ai rulli di partenza. Mancano  infatti poche ore all inaugurazione della  manifestazione…

Spazio disponibilie

Scenderanno in piazza Napoleone domani (sabato 17 maggio), a partire dalle 14, i collettivi Rossa Primavera, Santa Froci3…

Spazio disponibilie

L’Azienda Teatro del Giglio A.T.G. – Teatro di Tradizione, a seguito di Delibera dell’Amministratore Unico n. 130 del…

Un altro fine settimana all'insegna dell'Arte e della Creatività: sabato 17 e domenica 18 maggio nuovo evento del…

Spazio disponibilie

Si chiude domani, venerdì 16 maggio, la stagione teatrale primaverile Chiaro di luna all'Auditorium Vincenzo Da Massa Carrara…

L'Azienda USL Toscana nord ovest informa che il prossimo 26 maggio entrerà in servizio come medico…

Spazio disponibilie

RICERCA NEL SITO

Spazio disponibilie
Spazio disponibilie
Spazio disponibilie
Spazio disponibilie
Spazio disponibilie
Spazio disponibilie
Spazio disponibilie