Sul finire degli anni Ottanta inizio anni Novanta, più di una volta sulle pagine cartacee dei quotidiani cittadini poteva capitare di leggere di un ristorante, La Nina, a Montecarlo, presso il quale si tenevano riunioni enogastronomiche di vario spessore e di altrettanta natura o anche che il locale era il privilegiato, prima della sua scomparsa, di uno scrittore a noi tanto caro, Carlo Cassola, che risiedeva poco distante, l'autore indimenticabile de La ragazza di Bube o anche de L'antagonista, Ferrovia locale, Monte Mario, Gisella. Noi eravamo sbarcati in Lucchesia nel 1989, autunno, ma da allora e fino ad oggi, potrà sembrare strano, mai e poi mai abbiamo messo piede e bocca nel ristorante fondato da nonna Nina altrimenti chiamata Concetta.
Incredibile, 36 anni a Lucca senza visitare il ristorante considerato uno tra i più quotati e meglio gestiti di tutta la provincia. Così, proprio qualche sera fa, siamo saliti a Montecarlo dove andiamo spesso, e abbiamo raggiunto la località Mencarini e lasciato l'auto nell'ampio parcheggio. Con noi, Federico Lanza e sua moglie Arianna, figlia di Giordana Puccioni e Paolo Lazzareschi, i due gestori del ristorante. Conosciamo da decenni Federico, ma non potevamo immaginare questa parentela. Paolo, con i fratelli Piero e Francesco, ormai deceduti, è stato il fondatore del ristorante come lo conosciamo adesso. Passione, coraggio, voglia di trovare la propria strada: con questi ingredienti i tre fratelli si misero al lavoro e riuscirono a creare quello che era un sogno divenuto realtà.
Alla Nina si mangia da dio. Cucina toscana senza troppi fronzoli, concreta, ma assolutamente godibile e golosa. Giordana, ma non soltanto lei, ha portato la cucina ad un livello notevolissimo: per cominciare, ci tuffiamo su un tagliere di salumi che, in realtà, è un misto di prosciutto e di salumi toscani. Il pane nero ancora caldo servito in tavola con la pasta fritta per niente unta e soffice, sono una delizia. Ci aggiungiamo il flan di spinaci con fonduta, tanta roba. Per chi vuole il massimo, c'è anche il pata negra.
Tra i primi piatti i tordelli lucchesi sono una primizia anche se noi optiamo per gli spaghetti al cartoccio, tanto pomodoro, ma non soltanto. Meravigliosi. Il risotto a 'La NIna' merita un assaggio. Curiosità i maccheroni al sugo di gallina, ma noi evitiamo ripiegando su una mezza porzione di ravioli all'ortica burro e salvia.
Si fa presto a riempirci, c'è poco da fare. Le porzioni sono abbondanti e i piatti da non lasciare prigionieri. Come secondo prendiamo la specialità della casa, ossia le costoline di agnello alla brace altrimenti dette Cordero. C'è la carne che qui è al top, dalla Fiorentina al filetto alla griglia, dal filetto al pepe verde alla grigliata mista. Siamo full-up e quando arrivano i fagioli preparati sul momento purtroppo non riusciamo a mandarli giù tanto abbiamo mangiato.
C'è anche il gelato, ma niente di più.
Il resto sono chiacchiere e racconti, aneddoti e sguardo alle immagini appese al muro. La Nina è un pezzo di storia di questa provincia e la qualità del cibo richiama viandanti e appassionati. Per quanto ci riguarda, torneremo presto, Montecarlo e i suoi numerosi ristoranti, meritano visite frequenti.



