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Scritto da Redazione
Piana
13 Dicembre 2020

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Ancora una giornata intera di fermo impianti alle due cartiere della Soffass di Porcari, che si vanno ad unire alle fermate delle cartiere di Valdottavo e Valfegana, fatte nel corso dell’ultima settimana e altissimi tassi di adesione. Un organico complessivo di oltre 300 lavoratori coinvolti nella mobilitazione sindacale.

"La dirigenza aziendale - esordiscono le Rsu - vuole provare a chiedersi perché si sta scioperando, oppure vuole continuare a presentare cifre che non stanno in piedi e ad affermare di non riuscire a capire perché si arrivi a tanto, da parte dei lavoratori? Facciamola finita di sparare cifre come guadagni netti certi! È scandaloso che l’azienda si vanti di questo, quando lega un premio alla ulteriore riduzione di un tasso di assenteismo di per sé risibile: si sta a casa poco, per malattia, e vorrebbero che ci si stesse ancora meno, tanto da “non potersi nemmeno più permettere” una banale influenza. È una pretesa che può essere ritenuta legittima? Anche sul Premio di produzione le cifre nette sono diverse e più basse, tolta la tassazione".

"Un altro elemento inaccettabile - aggiungono - è che, per gonfiare le cifre, ci mettono dentro pure un riconoscimento economico che viene dato questo fine anno a tutti i dipendenti del Gruppo: è una liberalità riconosciuta a tutti, ma ai lavoratori impegnati nella contrattazione viene venduta come guadagno contrattuale e quindi fatto pesare come un costo legato alla negoziazione. Ma chi credono di prendere in giro? Ma queste cose i massimi livelli della società le sanno?"

"Girano curiose voci sul fatto che gli scioperi vengano attribuiti a una posizione pretestuosa e di ripicca dei lavoratori e dei sindacati, senza nessun merito - incalzano -. Ci auguriamo che siano solo voci, ma, se così non fosse, il gruppo dirigente commetterebbe un grosso sbaglio che, certamente, non aiuterebbe a ricomporre la vicenda. Sarebbe un clamoroso disconoscimento delle proprie responsabilità per non doverne rispondere. Notiamo, però, che, nelle fabbriche, il nervosismo da parte loro aumenta, col protrarsi delle iniziative, e si registrano singolari contestazioni disciplinari a carico di alcuni lavoratori".

"Piuttosto che utilizzare modalità di distrazione di massa e nascondersi dietro un dito - concludono -, pensino invece a considerare il merito del tutto ragionevole delle nostre richieste e tornino a dare le risposte che servono. Diversamente, la mobilitazione andrà avanti!"

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