Non si placano le polemiche all’interno della Lega, dopo il risultato elettorale alle regionali della Toscana che ha visto il partito del Carroccio chiudere con un risultato al di sotto del 5 per cento.
A tornare alla carica è il consigliere regionale uscente Massimiliano Baldini, che attacca a testa bassa il vicesegretario nazionale Roberto Vannacci.
“Si è permesso a Vannacci – scrive Baldini - neofita della politica assurto a fenomeno (ormai evidentemente sgonfiato) per essere stato un mero "bestseller di ovvietà da bar dello sport" nel 2023, di distruggere la Lega Toscana ed il suo numeroso e prestigioso gruppo consiliare regionale, confezionando le liste elettorali "al contrario". Da una parte, utilizzando l'odioso listino bloccato a vantaggio di un suo amico di "naja", consigliere comunale di un comune di 20 mila abitanti e iscritto al partito da 5 mesi. Dall’altra, portando avanti una campagna elettorale basata su volgarità, provocazioni becere e continui richiami nostalgici che niente hanno a che fare con l'identità del partito, specchio evidente di una pressoché totale ignoranza dei tradizionali programmi regionali sui quali i consiglieri della Lega ed il loro staff si erano distinti per preparazione e proposte di legge in questi 5 anni di mandato a Firenze”.
“Si è calpestato un caposaldo della Lega – aggiunge Baldini -, ovvero sia il rispetto per il concetto di militanza, esperienza e di anzianità all'interno del movimento, permettendo al paladino della XMas, incredibilmente assurto a vice segretario nazionale poche settimane dopo essersi iscritto, ed ai suoi muscolari sodali, di azzerare la migliore classe dirigente espressa per impegno, contenuti e risultati sotto la guida di Matteo Salvini e Susanna Ceccardi, facendo occupare le candidature a personaggi spesso impresentabili, discussi, in alcun modo riconosciuti dalle comunità dove vivono e che avevano l'unico pregio di essere o di presentarsi come amici del generale, quasi sempre in cerca di rivincite personali verso la Lega, che avevano in precedenza abbandonato polemicamente”.
“Il risultato – rincara l’ex consigliere - non poteva che essere macerie ovunque: nel gruppo consiliare regionale passato da 9 eletti ad 1; nelle sezioni con abbandoni a ripetizione; nell'identità storica e culturale della Lega contraddetta dai circoli del Mondo al Contrario, nei quali vive e si sviluppa un altro partito con valori di riferimento del tutto diversi e fortemente critico verso Matteo Salvini, ed ovviamente macerie nel consenso sprofondato al 4,38%. Dal quale l'unico a trarne vantaggio è stato il "luogotenente di fiducia", che mai sarebbe stato eletto in Consiglio regionale se si fosse dovuto confrontare con le preferenze, così come era già valso nel 2024 per lo stesso Vannacci che mai sarebbe andato a Bruxelles con i suoi soli consensi, ma senza i voti del partito”.
“Uno sfascio – chiude Baldini -, la Caporetto del generale, che sarebbe stato possibile evitare anche solo se si fosse dato retta alla proposta di Susanna Ceccardi (dal sottoscritto condivisa) di evitare il ricorso al listino bloccato e di fare liste con lei, lo stesso Vannacci e i parlamentari capolista nei collegi invece che umiliare i Consiglieri regionali uscenti come Giovanni Galli ed il sottoscritto, imponendo i miliziani neo iscritti come candidati numeri 1 e 2”.
“Altro che nome di Vannacci nel simbolo – termina Baldini -: se vogliamo evitare che dal 4,38% la Lega scenda ulteriormente verso i suoi minimi storici, il generale deve essere immediatamente congedato dai ruoli di guida del partito, ritornando alla linea politica tradizionale della Lega fatta di sindacato del territorio, temi concreti, studiati e conosciuti, lavoro serio nelle istituzioni ed a fianco delle comunità, e rispetto per chi ha lavorato nel partito per anni ed anni”.