Anno XI 
Mercoledì 22 Ottobre 2025

Scritto da carmelo burgio
Politica
22 Ottobre 2025

Visite: 2145

Il luttuoso episodio di Castel d’Azzano, in provincia di Verona, mi ha provocato grande dolore. Non avrei voluto parlarne, ma il proliferare di commenti, talora centrati e sostanzialmente corretti sul “si poteva evitare”, impone di metterci la faccia. Quel che scriverò è frutto di ponderazione, mi spiace se potrà far male. Ma resto fedele alla regola che dagli errori si deve apprendere, come scrissi in “Nassiriyah”. E nessuno ebbe modo di querelarmi. 
Affronto prima l’aspetto tecnico, che più mi s’attaglia. Come un problema di matematica, parto coi dati di base.
DATO 1: I fratelli Ramponi dovevano essere sfrattati. I tre, disperati, avevano minacciato circa un anno fa che piuttosto che farsi sfrattare si sarebbero fatti saltare in aria, utilizzando bombole di gas e benzina. Avevano prospettato una ben precisa reazione, aspetto di cui tener conto in fase di pianificazione dell’operazione.
DATO 2: La minaccia dei fratelli Ramponi aveva convinto la Procura di Verona a disporre perquisizione per sequestrare esplosivi e armi. Per eseguire questo compito era necessario acquisire il controllo dello stabile.
DATO 3: I tre agricoltori lavoravano i campi e nella stalla, ma uno di essi di regola rimaneva in casa. Era possibile neutralizzarne almeno 2 quando si trovavano all’aperto, lontani dall’improvvisata polveriera.
DATO 4: Quando si deve conquistare un edificio per ragioni di polizia, e l’avversario è in grado di reagire, o prevedibilmente reagirà, vi s’irrompe se v’è ostaggio da liberare, materiali sensibili da recuperare prima che siano distrutti, pericolo che la persona da catturare si dilegui attraverso un’uscita segreta. Altrimenti meglio sorprendere l’antagonista all’aperto, o – se si è asserragliato – saturare l’ambiente di lacrimogeni e aspettare con calma che esca fuori. Meglio consumare munizioni che rischiare la pelle dei propri uomini. 
DATO 5: Impiegare artifizi lacrimogeni o flash-bang-bombs (ordigni che stordiscono col rumore, ma non proiettano schegge letali) può provocare esplosioni in caso di presenza di bottiglie incendiarie e bombole di GPL aperte per saturare i locali. 
DATO 6: Nel pianificare un’operazione, si enumerano le linee di azione del nemico e le si confronta con le proprie. Si opta per ciò che dà maggiore possibilità di successo e minori rischi. 
DATO 7: L’operazione era “coordinata” dalla Procura di Verona, atteso che si trattava di eseguire un provvedimento giudiziario su persone che avevano manifestato intenzioni violente. Il Procuratore Capo pare fosse sul terreno, unitamente ai vertici locali dell’Arma a livello provinciale. 
DATO 8: L’Autorità Giudiziaria può chiedere di compiere un intervento, e imporre all’organo tecnico di polizia di non usare questo o quel materiale, ma non può disporre quale procedura tattica d’azione impiegare. Carabinieri e poliziotti sono comandati dai rispettivi superiori gerarchici. Se l’A. G. avanza delle richieste/limitazioni, esiste pur sempre un contraddittorio. In sintesi: il Procuratore può vietare d’impiegare i lacrimogeni o le flash-bang-bombs, ma il Comandante della forza di polizia ha la prerogativa di poter (dover?) informare che le limitazioni imposte rendono più difficoltosa/rischiosa o addirittura impossibile l’esecuzione della missione, indicando i pericoli, soprattutto per l’incolumità del proprio personale e della parte contrapposta. Facendo eventualmente verbalizzare il tutto, comprese le disposizioni impartitegli da chicchessia (Superiori, Magistrati, Autorità politiche e di governo, nazionale e locale) che non condivide, a futura memoria e a propria tutela. Il nastro – quando ci son dei morti – non si riavvolge col tasto REWIND, quindi è saggio adottare precauzioni. I morti causano processi: meglio avere qualche carta in mano, per non dover pagare i danni.  
DATO 9: Considerato il numero di feriti, vi era molto personale operante addossato all’obbiettivo, compreso sul tetto. Evidente che si volesse irrompere con azione fulminea. Opzione sostanzialmente incompatibile alla linea d’azione prospettata dall’avversario, che aveva dichiarato di voler provocare un’esplosione catastrofica. 
DATO 10: Il dispositivo operante prevedeva Aliquota Intervento Operativo (API) e Squadra Operativa di Supporto (SOS) dell’Arma e UOPI della Polizia di Stato. Si tratta di unità che ricevono un addestramento “dedicato”, ancorchè non all’altezza di G.I.S. e N.O.C.S.. Non so se le procedure fossero compatibili e se fosse stata svolta adeguata attività addestrativa congiunta, necessaria per intervento che da condurre in tempi ristrettissimi, per neutralizzare i Ramponi prima che dessero “fuoco alle polveri”. 
DATO 11: Due dei Caduti hanno 56 anni, oggettivamente troppi per essere la “punta di lancia” di un’operazione speciale di polizia.

Veniamo al dunque: la dinamica – al di là del valore e del coraggio degli operanti – ci dice che l’intervento sia fallito, per cui ove l’addestramento propedeutico generico e specifico fosse stato condotto, due sono le possibilità:
non è stato sufficiente; 
la tattica scelta non era praticabile. 

Difficile comunque spiegare perché sia stata scelta una linea operativa che cozzava frontalmente con quella della parte avversa. Posso solo azzardare scenari, son certo che l’Autorità Giudiziaria veronese, e la Procura competente a giudicare sul comportamento dei magistrati di Verona, abbiano i mezzi per risolvere il rebus.

Ipotesi 1: Magistratura e/o organo tecnico di polizia non hanno ritenuto credibile che i Ramponi avrebbero tentato d’immolarsi in stile Pietro Micca all’assedio di Torino del 1706. In questo caso chi (sarà l’Autorità Giudiziaria a chiarirlo) “non l’ha ritenuto possibile” ha commesso consapevole azzardo (in bilico fra dolo eventuale e colpa cosciente). Che in un’operazione bellica o di polizia non è per forza negativo: vi son alcune situazioni in cui è scelta obbligata. Questa “convinzione” peraltro confligge con il non aver voluto impiegare artifizi che avrebbero potuto far detonare GPL e benzina. Come a dire che la concretizzazione della minaccia era o meno credibile in base alla convenienza argomentativa.

Ipotesi 2: Pur reputando possibile che i tre avrebbero concretizzato la minaccia, si è puntato sulla rapidità d’esecuzione per scongiurare “gesti insani”. Il motivo resta difficile da concepire: sottovalutazione dell’avversario? Sopravvalutazione delle proprie forze? Desiderio di non confliggere fra Autorità responsabili con diversi punti di vista?

In entrambi i casi, alla luce del risultato (unico che conta), chi ha pianificato l’ha fatto male.

Procedendo con la stessa stretta logica sinora praticata, pervengo ad unica conclusione. Se si sceglie il cosciente azzardo o si decide di puntare sulla velocità, il Comandante si mette in testa e guida l’assalto o addirittura va da solo o con i soliti volontari. Gli albi dei decorati son pieni di ufficiali e eroi sacrificatisi perché non v’era altro da fare, e poi molte volte va pure bene. Qui in testa all’aliquota d’assalto si son immolati due sottufficiali anziani e un giovane carabiniere. 
A chiusura, ritengo che non ci possa essere limitazione di chicchessia che imponga – in tempo di pace e in operazione di polizia – di rischiare inutilmente la pelle del proprio personale. Senza che “chicchessia” venga poi posto in condizione di rispondere – non solo moralmente, ma anche penalmente e civilmente – delle proprie scelte. 
E concludo: da alcuni disastri, evidentemente, nulla s’è appreso. A noi italici basta metterla in gloria, con funerali solenni, medaglie.
Invito a leggere cosa scrisse “Nuto” Revelli, ufficiale alpino e partigiano dell’ultimo conflitto mondiale, al riguardo, ove assimilava lapidi e commemorazioni “a una mano di bianco per nascondere gli errori commessi”.

Pin It

ULTIME NOTIZIE BREVI

Spazio disponibilie

Lucca Comics & Games insieme all'associazione Luccasenzabarriere per un festival ancora più sensibile all'accessibilità, varano la…

Prosegue l'allerta meteo emessa dalla protezione civile regionale. In particolare: - il livello arancione per rischio idrogeologico idraulico sul reticolo…

Spazio disponibilie

Mentre è ancora in corso l'avviso di criticità arancione per forti temporali e rischio idrogeologico e idraulico sul reticolo minore per…

Venerdì 24 ottobre alle ore 21:00 è previsto un Concerto presso Basilica di San Paolino della Cappella…

Spazio disponibilie

La Regione Toscana ha emesso allerta meteo di livello arancione per temporali forti e rischio idrogeologico idraulico sul reticolo…

Il Centro funzionale di monitoraggio meteo della Regione Toscana ha emesso un avviso di criticità arancione per le prossime ore che…

Martedì 21 ottobre alle ore 18, presso il Circolo del Bridge di Lucca, situato sulle…

Ultimi giorni per l'iscrizione al corso gratuito «Promozione culturale 2.0: come utilizzare i media digitali per valorizzare la cultura»,…

Spazio disponibilie

Nella prossima settimana si concluderà la rassegna dell'anno 2025 di "Musica in cattedrale", con due fantastici ed eccezionali…

Per il ciclo “I Lunedì della Cultura”, promosso dall’associazione “Amici di Enrico Pea”, il 20 Ottobre, alle ore…

Spazio disponibilie

RICERCA NEL SITO

Duetto - 160
Spazio disponibilie
Spazio disponibilie
Spazio disponibilie
Spazio disponibilie
Spazio disponibilie
Spazio disponibilie
Spazio disponibilie