Non mi unisco al peana di vittoria degli articolisti organici alla destra italica, dopo la sonora randellata abbuscata dall’oracolo dell’elemosina-reddito per non cittadini, chissà perché condita del qualificativo “di cittadinanza”. Si sa che la Calabria difficilmente vota a sinistra… più di peso che le Marche, un tempo rosse come Umbria, Toscana e Emilia Romagna, abbiano confermato di essere scivolate verso destra. Potrebbe essere giustificata la gioia con smagliettamento sotto la curva, e conseguente ammonizione degli oracoli della sinistra, ove dovessero cadere capisaldi come la Campania, la Toscana e l’Emilia. Parlo d’ammonizione in quanto è risaputo che per un risultato elettorale – e un gay-pride – possa gioire solo la sinistra, in quanto la destra è sempre il caso rammenti che siano in atto i bombardamenti di Gaza. Per cui i conti credo si debbano fare a livello nazionale.
Preferisco concentrare invece la mia attenzione su altro particolare.
Quando il berlusconismo si consolidò in partecipazione politica e discesa in campo, senza menzionare alcun “campo largo” , fu varata l’operazione Ulivo, affidata al rassicurante faccione di Mortadella-Prodi. Questo tenne ben presenti le istanze del ceto medio e moderato, e colse successi inequivocabili: del resto lui era un professore universitario – pertanto uomo di cultura – e si contrapponeva a un imprenditore, illuminato quanto si vuole, ma pur sempre appartenente a categoria di squali.
In un certo senso l’eredità del salume da quattro soldi, ma saporito, la raccolse Matteo Renzi, col suo PD che lui puntava a trasformare nella vecchia DC, ma che se ne avvide e lo rottamò come quelli che lui aveva defenestrato.
Oggi nulla di tutto ciò. Il “campo largo”, anche ove si prova a organizzare, sembra che riesca solo a proporre regate all’aperitivo, gay-pride, occupazioni e capriolesche e acrobatiche giustificazioni di devastazioni urbane, antisemitismo. Tutto legittimo, ma di scarsa presa sull’elettore medio.
In pratica sta perdendo lo zoccolo duro che andava alle feste dell’Unità, la grande fetta di popolazione che vorrebbe rispetto per le forze dell’ordine, intuendo che alla loro credibilità sia affidata la sua sicurezza e da ultimo anche tutto il mondo ebraico, che una volta, per ovvie ragioni, si schierava compatto col centro-sinistra.
Quando un Landini non combatte il jobs-act al momento della sua elaborazione, voluto dal suo partito di riferimento, e magari sostiene poi il referendum che lo vuole abolire per attaccare il governo attuale, e alla fine fa sciopero per la Palestina, beh, qualche dubbio a chi prendeva la falce e impugnava il martello sorge.
L’operazione di una parte del giornalismo televisivo e cartaceo, che ha dato spazio a polemiche su caso Ramy, “maranza”, rifiuto d’integrazione di cospicue frange d’immigrati islamici, anche quando ha virulentemente aggredito le forze di polizia, è stata inequivocabilmente d’aiuto al governo in carica.
Non è un caso che il ministro Tajani, come segretario di FI, faccia sempre l’occhiolino al PD, invitandolo a scaricare gli estremisti all’Albanese, pronto – come è nel DNA dei partiti di centro – a mettersi con l’una o con l’altra parte, purché assicuri poltrone e presenza nel governo.
In questo il dilemma della destra – FdI e Lega – se accelerare nella realizzazione di un programma di “destra”, o continuare a giocare al risparmio.
Come risponderebbe il cittadino medio davanti – ad esempio – all’istituzione di meccanismi di re-migrazione? Quelli che proposi per primo tempo fa, concretizzati nell’espulsione anche di minori delinquenti e violenti privi di cittadinanza, unitamente ai familiari che nulla avevano fatto per “occidentalizzarli”, ove avessero manifestato anche odio per la società italiana e difficoltà d’integrazione. Come risponderebbe l’uomo medio di fronte a galera e lavori forzati per ripagare i danni prodotti da parte di chi scenda in piazza per devastare?
Il dilemma è tutto lì: Forza Italia che farebbe? Si manterrebbe affidabile per la linea di governo, o prenderebbe a strizzare l’occhio dall’altra parte?
Fattore a favore della destra, e della fedeltà di FI, la difesa di cause improponibili. Ma non si sa mai.
Dall’8 settembre, a Bossi che molla Berlusconi, a Clemente Mastella capace di stare al governo in successione con Berlusconi e Prodi, siamo paese che ama il giro di valzer.
Il valzer di Forza Italia
Scritto da carmelo burgio
Politica
19 Ottobre 2025
Visite: 58