Caro direttore,
mi chiedi un parere sugli esiti delle regionali della scorsa settimana.
Eccolo: numeri e commenti.
La prendo larga:
ha votato meno della metà di chi ne aveva diritto: la metà rispetto al 1995: i partiti continuano a essere “avvisati” dagli elettori.
Giani ha vinto con 13 punti di vantaggio. Punto.
Cerco il pelo nell’uovo spacchettando con pazienza i numeri principali:
Campo Largo:
il PD ha perso 112 mila voti rispetto al 2020 (da 864mila a 752mila),
il M5S ha perso un altro 40% precipitando dal 7 al 4.3%.
Renzi si è mischiato nella “lista del presidente”: va a sapere dell’8% portato a casa quanto è roba sua. Tanto di cappello!
A Bibì e Bibò (AVS) come alla signora Bundu è andata bene: oltre il 7% e il 4,5%
Conclusione numerica
Campo largo:
voti 2025 n° 752mila pari al 53.9%
Voti 2020 PD e associati n° 864mila + voti M5S n° 113mila. Tot. n° 974mila.
Perdita voti Campo Largo in numeri assoluti n° 222mila.
Sinistra 2020: 4.9%. 2025: 5.18%. la signora Bundu ha riunito le varie famiglie della sinistra radicale con un piccolo incremento.
Però, se sommiamo i voti di Bibì e Bobò a quelli della signora Bundu e dei massimalisti di PD e M5S c’è da stare poco allegri: un toscano su quattro ha votato per i Pro Pal, per la signorina Salis, per gli eroi dei centri sociali e per tutte le frange più estreme e violente.
Centrodestra; voti 2025 n° 608mila. 40.9%
Voti 2020 stesse forze n° 719 mila. 40.4%.
Perdita voti in numero assoluto n° 111mila.
Il centro destra ha preso una legnata, tuttavia ottiene il miglior risultato alle regionali toscane: Ceccardi, col vento Lega in poppa, aveva fatto peggio dello 0,5%.
Dettagli:
- Lega 2020, voti n° 352mila (21,8%), 2025 n° 55mila (4.4%). Perdita voti in numeri assoluti 297mila.
- a me pare che il Centrodestra dovrebbe riflettere sul risultato del collegio Firenze 1 (centro/ZTL) dove il PD passa dal 64 al 56% dei voti. Nella Toscana Firenze centrica, se cambia il mainstream, se viene meno il patto fra le élite fiorentine e il partitone, cambia tutto.
Questi i numeri che mi sembrano salienti e che parlano una lingua chiara.
I commenti:
Come noto in politica ci sono due momenti, spesso in contrasto:
vincere le elezioni: fatto.
Governare: da fare. Non sono ”affari suoi”, come spesso sento dire, sono affari nostri.
Per quanto è dato vedere dentro e fuori dal partitone e dal Campo Largo, non sarà facile per il neo ripromosso Giani: “moderato” ed eletto dalla sinistra moderata del PD (quella radicale ha trovato prevalente sfogo in AVS e Toscana Rossa), deve governare insieme a chi? a Renzi, a Bibì e Bobò e al M5S. Quale, quello della signora Taverna più massimalista della Bundu o della signora Appendino “dialettica” come un democristiano di sinistra o di Conte più cinico di Guicciardini?
Un bel rebus.
Ne deriveranno comunque: l’orientamento della nuova giunta, le fonti per pagare il reddito di cittadinanza regionale (poche storie: o più tasse o meno servizi regionali, il Governo non ci metterà un centesimo), la applicazione più stringente del soffocante PIT e via dicendo (vedi programma): Per questo sono anche affari nostri.
Io sono crociano: “la storia è”, diceva il grande filosofo dimenticato in Patria, ma non negava il suo valore di “maestra di vita”.
Due ammalati gravi: il M5S e la Lega per Salvini premier.
Conte reggerà alla continua erosione di voti da parte di un PD che riesce a conservare numeri importanti a scapito dell’alleato?
La signorina Schlein qui ci vede bene: il costo numerico della alleanza è a totale carico del M5S che impone una linea dura confacente alla di lei sensibilità politica che però non porta voti.
La storia è: in Italia gli estremismi non vincono, il Campo Largo scambia i voti all’interno ma non cresce all’esterno.
La signora Appendino - che emerge per intelligenza politica dalla mediocrità della compagnia ex grillina - se ne è accorta e ha cominciato a protestare.
In un partito senza capo né coda come il M5S ogni previsione è azzardata: può succedere di tutto. Può esplodere, può compattarsi attorno a Conte (soprattutto se Fico vincerà in Campania) o al peggior nemico di Conte. C’è solo da sedersi sulla riva del fiume.
Dispongo di maggiori informazioni ed esperienze dirette per tentare una migliore analisi della Lega Toscana per Salvini (premier neanche più di un condominio).
Il dato certo: tracolla dal 22 al 4.3% perdendo 18 punti: dove sono andati a finire? Dalle rudimentali “indagini” presso amici e conoscenti (in attesa che la signora Ghisleri le confermi), metà sono finiti in FdI, un po’ in F.I., il resto nella astensione.
La prima cosa che salta agli occhi è la incompetenza partitica del Generale e dei suoi consiglieri; accettare l’incarico di responsabile della campagna elettorale a meno di 60 giorni dalle elezioni è di per sé un errore clamoroso: gli autori veri della disfatta, Salvini, Ceccardi e la loro corte, se vinci si intestano la vittoria se perdi ti addebitano la sconfitta.
Non ho livori personali verso i due che dispongono di pregi tattici indiscutibili e anche di dialettica rustica, ma efficace, condanno il metodo non le persone, rimpiango i tempi in cui la Lega era al servizio della gente vera, che lavora, si impegna, rispetta i patti, difende il territorio, le tradizioni, la Weltanschauung: il modo tedesco di indicare la complessiva visione del mondo: questo rimpiango.
Storia vecchia come il mondo, ma ignorata dal generale e dai suoi collaboratori forse attratti dal fascino del comando di un partito in declino di voti, di organizzazione, di rappresentatività, assente da piazze e mercati, salassato da espulsioni, fughe (tessere non rinnovate) dei leghisti doc, senza un progetto da proporre né in Toscana dove il progetto era l’obbedienza a Susanna Ceccardi, né in Italia dove il progetto è l’obbedienza a Salvini: credere in me, obbedire a me, combattere per me.
Il Generale usa lo spoil system per sostituirsi: colpisce le residue posizioni di potere e apre nuove ferite, ma solo interne. All’esterno l’interesse è ormai vicino allo zero.
Invece di fare chiacchiere prego vedere i risultati dal 2018, ricordare che il generale arriva in Lega nel 2024 e in Toscana nell’agosto 2025, poi se ne riparla.
Pare che i sondaggi riservati dessero la Lega, senza Vannacci, al 2/2,5% (zero consiglieri): se fosse vero bisognerebbe tornare al 2013/14 per trovare un simile deserto di consensi.
Le topiche nazionali di Salvini e quelle regionali di Ceccardi (e corti connesse) hanno prodotto il disastro, Vannacci se lo è intestato, agli autori reali non pare vero!
Gli altri errori del Generale sono palesi: un sondaggio che ti accredita il 5/6% (due consiglieri eleggibili) sconsiglia l’uso del “listino” perché il 50% dei posti è assegnato e i restanti candidati sono demotivati.
Mettere Simoni capolista a Lucca e Villa a Firenze 1 ribadisce l’errore: entrambi ne escono male perché se li sono filati in pochi. Al loro posto candidati credibili avrebbero potuto far scattare il secondo consigliere. Ma Simoni e Villa erano candidati simbolo del nuovo corso: Vannacci a Lucca, Verdini a Firenze. Alla Ceccardi è rimasta Pisa dove l’uscente Meini è uscita ma con dignità.
La composizione delle liste dei candidati tiene (dovrebbe tenere) conto della competenza, della fedeltà al partito, della fedina penale, della dote di consensi personali.
Dare una occhiata ai voti di ciascun candidato aiuta a capire parte del disastro Lega che è diventato disastro di Centro destra.
Il calcolo è presto fatto: i candidati totali in Toscana sono 80, se ciascuno porta (mediamente) 300 voti personali il totale vale 24mila voti (scatta il secondo Consigliere ed oltre).
Il metodo Salvini/Ceccardi, i ridicoli Commissari inflitti alla Lega Toscana in 7 anni, hanno allontanato non solo l’85% degli iscritti ma anche buona parte dei pezzi pregiati: per esempio, da ultimo, Marco Landi, il “re dell’Isola d’Elba” che ha spostato 5.000 voti dalla Lega a FdI; per esempio nel collegio Firenze 1 la somma dei voti degli 8 candidati leghisti è di 3.068. Vannucci (PD) da solo ne ottiene 6.104.
I primi nove eletti del PD in Toscana sono sopra ai 10.000 voti cadauno.
Le critiche al Generale: quelle di Galli fanno scappare da ridere: nessuno ha mai capito che cosa Galli abbia da spartire con la Lega, quale apporto abbia dato di idee e perfino di presenza fisica. Sorprendono (almeno sorprendo me) quelle di gente che sa leggere e scrivere come Baldini e Pacchini che alla Lega molto hanno dato: imputare la sconfitta al Generale, assolvere 7 anni di analfabetismo politico e auspicarne il ritorno: solo livore personale o incapacità di lettura della realtà?
Il Generale è tirato per la giacca da molti dei suoi che lo esortano a lasciare la palude della Lega per Salvini premier e mettersi in proprio. Se se ne va, al suo posto chi mette la esangue Lega Toscana?
Non so come andrà a finire sia in Toscana che in Italia, forse il punto di svolta saranno i risultati delle elezioni in Veneto, anche per le adesioni che gli esiti porteranno al Patto per il Nord che accoglierà delusi e astensionisti veneti come sta già facendo altrove.
Staremo a vedere: qui non c’è neanche da sedersi sulla riva del fiume per vedere passare i cadaveri: sono già passati!