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Scritto da fabrizio perotti
Enogastronomia
14 Agosto 2025

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Passione, dedizione ed una grandissima professionalità, in sintesi amore per il proprio lavoro. Questo contraddistingue Vincenzo Botta che, con oltre quarant’anni di lavoro nel settore alberghiero e della ristorazione ai più alti livelli, da ormai tre anni è impiegato come maître di sala all’Oste di Lucca, in Corte Compagni in via Fillungo.

Cinquantasette anni, originario di Napoli, Vincenzo ha avuto le sue prime esperienze lavorative grazie al fratello Antonio e, dopo essersi diplomato all’istituto alberghiero ad Ottaviano, ha tentato l'avventura all'estero. Così raggiunge un amico in Germania, precisamente a Monaco di Baviera, dove lavora per due anni sulla Promenadeplatz, al prestigioso albergo cinque stelle “Bayerischer Hof.”

Rientrato in Italia, lavora al “Grand Hotel Plaza & Locanda Maggiore” in piazza del Popolo a Montecatini Terme per dodici anni, per poi approdare al “Principino” sulla passeggiata, a Viareggio, dove rimane per altri otto anni. Dopo una breve parentesi a San Diego, in California, dove lavora in un ristorante italiano denominato “Little Italy”, al suo rientro in Italia apre un proprio ristorante a Montecatini Terme, il “Delirio Messicano”.

Terminata l’esperienza da imprenditore e dopo una serie di impieghi stagionali in alberghi da quattro e cinque stelle, Vincenzo è finalmente arrivato a Lucca. La Gazzetta di Lucca lo ha incontrato e ha scambiato due parole con lui.

“In tutti i lavori si parte dal basso per arrivare in alto – ci ha raccontato Vincenzo. Per quanto mi riguarda devo ringraziare mio fratello Antonio che mi ha invogliato, fin da quando ero ragazzino, portandomi in un piccolo ristorante e facendomi imparare le basi di questo lavoro. Mi sono reso conto di essere capace e così mi sono inscritto alla scuola alberghiera. Una volta diplomato ho iniziato le mie esperienze professionali lavorando, per lo più, negli alberghi, che sono una vera e propria palestra per chi vuole affrontare il mondo della ristorazione. In quarant’anni di servizio, ne ho fatti ventisette negli alberghi ed il resto in ristoranti”.

Com’è stata l’esperienza da imprenditore con il tuo ristorante “Delirio Messicano” a Montecatini?

“A livello lavorativo – ci ha detto – è stata una bellissima esperienza perché ho messo in campo tutte le mie competenze, maturate negli anni e di cui avevo fatto tesoro, mentre a livello imprenditoriale è stato molto complicato anche perché la piazza di Montecatini è un po’ altalenante e, anche se all’inizio è sembrato tutto bello, dopo tre anni ho deciso di vendere tutto per riprendere la mia attività da maître”.

Perché hai scelto l’Oste di Lucca della famiglia Del Magro?

“Sfortunatamente non ho avuto la fortuna di conoscere Maurizio Del Magro, papà di Matteo - continua. Matteo mi ha dato un’ottima impressione perché è un ragazzo giovane che, a mio parere, aveva le capacità ma senza grande esperienza. Mi sono sentito di aiutarlo con le mie competenze e così si è creata un’empatia caratterizzata dalla professionalità e dalla voglia di fare bene e di crescere insieme”.

A Vincenzo è sempre piaciuto scrivere e per questa passione è arrivato a farlo anche sui piatti.

“Adoro la bella calligrafia – conferma Vincenzo – e questa mia propensione mi ha portato a realizzare delle vere e proprie “opere d’arte” e mi sono accorto che queste erano ben gradite dai clienti che ricevevano dediche o auguri, personalizzati con gusto ed eleganza”.

Quali sono le difficoltà principali di un maître di sala e, di conseguenza, quali devono essere i suoi punti di forza?

“Quando arriva il cliente “rompiscatole” – ci dice Vincenzo – il bravo maître non si deve scontrare con lui ma deve trovare il modo per poterlo accontentare, per provare a cambiare il suo pensiero che, in quel momento, potrebbe essere negativo. E qui scatta il concetto di personalizzazione dei piatti, per cui con una dedica particolare o un ringraziamento a fine pasto, il cliente si sentirà coccolato e porterà con sé un bel ricordo”.

Qual è il tuo rapporto con la famiglia Del Magro?

“Ho un bellissimo rapporto con loro – continua Vincenzo. Mi sento come parte della famiglia perché mi trovo veramente bene con loro che mi hanno subito accolto come un fratello ed un figlio. Mi hanno dato tutta quella fiducia e questo ha fatto sì che io portassi tutta la mia esperienza sia come cameriere che da responsabile di sala. E credo di esserci riuscito perché, a volte, qualcuno pensa che sia io il proprietario del ristorante, perché tratto questo posto come se fosse mio. Ma questo dipende dal fatto che faccio questo lavoro con immenso piacere e mi sento appagato”.

Qual è il tuo bilancio di questi primi tre anni all’Oste di Lucca e cosa vedi nel tuo futuro?

“Credo che chiuderò la mia carriera qui perché mi trovo veramente bene e perché la famiglia Del Magro mi ha dato totale fiducia e vuole dimostrare che l’Oste di Lucca c’è, in tutto e per tutto”.

Per concludere, che consiglio potresti dare ai giovani che si approcciano a questo ambiente lavorativo?

“Quello che si vede non è tutto rose e fiori – aggiunge Vincenzo – perché questo lavoro richiede tana dedizione e tanto sacrificio. In tanti anni ho fatto solo due Natali a casa e non ho mai fatto ferie nel mese di agosto, solo d’inverno. Questo lavoro o lo ami o lo eviti perché richiede tanti sacrifici, in particolare se si punta a diventare direttore di albergo o di sala, un maître o uno chef”.

E a proposito di chef, e di giovani, vale la pena ricordare che Vincenzo Botta ha avuto il privilegio e la fortuna di lavorare, al “Grande Hotel Plaza” di Montecatini Terme, con Enrico Bartolini, uno degli chef più stellati del panorama nazionale che ha ottenuto ben 15 Stelle Michelin. “Aveva solo sedici anni - conclude Vincenzo – ma già si vedeva che aveva la stoffa per emergere, ma per ottenere certi risultati ci devi credere, devi avere tanta passione ma anche tanta inventiva”.

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