Politica
Caos in maggioranza a Viareggio, Del Ghingaro prende tempo dopo il terremoto politico di domenica
La quieta (apparente) dopo la tempesta. Se quella di domenica a Viareggio era stata una giornata campale per l’amministrazione comunale guidata da Giorgio Del Ghingaro – che in…

Caos maggioranza a Viareggio, Baldini (Lega) invoca dimissioni del sindaco e l’arrivo del commissario prefettizio
In merito al momento di grande crisi che sta vivendo l’amministrazione comunale di Viareggio, giunge l’intervento dell’ex consigliere regionale della Lega Massimiliano Baldini. “Puntuale come il ripetersi…

Caos in maggioranza a Viareggio, il Pd: “Senza Servetti numero di donne in giunta fuori norma”
"Un rimpasto improvviso, deciso in solitaria dal Sindaco di Viareggio, che ancora una volta mette in evidenza un modo di governare distante dal confronto e dal rispetto delle…

Caos in maggioranza, nonostante tutto Progetto Viareggio esulta per l’ingresso in giunta di Tomei
Progetto per Viareggio appoggia con entusiasmo e orgoglio il ritorno nell’amministrazione del proprio capolista, il professor Gabriele Tomei, di cui, in questi anni di lavoro condiviso, ha potuto…

Viareggio, i consiglieri Zappelli e Ricci lasciano Del Ghingaro: “Costituiamo un gruppo misto. Stanchi di sentirci carne da macello”
“Negli ultimi giorni, abbiamo avuto conferma che il sindaco di Viareggio agisce su solleciti del presidente della Fondazione festival Puccini Fabrizio Miracolo: questi, venerdì sera, ha chiesto provvedimenti…

Il valzer di Forza Italia
Non mi unisco al peana di vittoria degli articolisti organici alla destra italica, dopo la sonora randellata abbuscata dall’oracolo dell’elemosina-reddito per non cittadini, chissà perché condita del qualificativo “di cittadinanza”

Pellati fa le bucce alle elezioni: un toscano su quattro ha votato per i Pro Pal, per la signorina Salis, per gli eroi dei centri sociali, c'è poco da stare allegri. La Lega a picco colpa di Salvini e Ceccardi, non di Vannacci
Il putiferio Lega mi pare simile a quello M5S e a quello più silenzioso nel PD. La ragazza Meloni scompiglia la sua coalizione: la Lega si disfa, Forza Italia resiste a fatica, i Fratelli ingrossano a dismisura...

DDL Sanità, il comitato RSA Futuro e Speranza lancia l’allarme: “Serve un intervento immediato della Camera”
Profonda preoccupazione è quello che il comitato RSA Futuro e Speranza, che riunisce familiari, operatori e associazioni a tutela dei diritti degli anziani nelle RSA della provincia di…

Olivati (Lucca Futura): “Nel silenzio dell’amministrazione, continuano le code anche di sabato”
La variante dell’ottovolante, come è stata ribattezzata da un cartello ironico posto da ignoti cittadini, continua a far perdere tempo a chi proviene dalla zona nord di Lucca.

Mozioni sulla pace, i capigruppo: "Strumentale discutere del tema in Consiglio"
Cecchini, Di Vito, Fava, Del Barga e Fagnani: "Da Vietina una narrazione che divide tra buoni e cattivi, irrilevante affrontare queste tematiche a palazzo Santini"

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Una doccia fredda per Lucca la notizia dell’arresto di un extracomunitario per violenza sessuale su una bambina, dichiara la Rete dei patrioti: “Una città che da sempre è considerata un'isola felice in cui l'immigrazione è gestita meglio rispetto alle città vicine e i problemi di violenza e degrado sono molto più limitati; la cronaca degli ultimi anni dimostra costantemente che non è più così: anche Lucca segue, forse più lentamente, la stessa traiettoria di degrado e insicurezza di tutte le città italiane- prosegue il gruppo- Le baby gang di maranza, lo spaccio di droga, la criminalità più o meno organizzata e le violenze sessuali non risparmiano più nemmeno la città delle cento chiese e dell'arborato cerchio. I lucchesi non possono più illudersi che la bellezza, la storia e la cultura di cui la città è impregnata siano sufficienti a proteggerla: se non agiranno per cambiare la situazione, dovranno rassegnarsi a leggere sempre più spesso notizie come questa”.
“Come Rete dei patrioti chiediamo che tutti i cittadini stranieri condannati per reati violenti vengano espulsi dal territorio italiano per non gravare sul nostro sistema carcerario e sulle tasche dei contribuenti; chiediamo inoltre che il risarcimento alle vittime di tali violenze venga pagato non soltanto dal colpevole, ma anche da tutte quelle associazioni e ONG che hanno contribuito a portarlo in Italia”, è la conclusione.
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Caro direttore,
Viareggio si conferma terra di delinquenza diffusa e pervasiva, di insicurezza che secondo alcuni politici e, ahimé, alcuni magistrati, è solo “percepita” ma che fa vittime giornaliere, accolte nelle prodighe braccia del pronto soccorso versiliese che testimonia come di percepito ci sia poco e di ferito e contuso ci sia molto.
Ne è conferma il numero delle denunce che carabinieri e polizia ricevono giornalmente dalle vittime della delinquenza “percepita” e il numero di fermi e arresti che gli stessi, mai abbastanza lodati, effettuano ogni giorno vedendo vanificati i loro sforzi a tutela del cittadino onesto dalle decisioni di magistrati che rimettono in libertà o dispongono gli arresti domiciliari per delinquenti che dichiarano di non avere domicilio, a loro volta spesso (ma ahimè non sempre) obbligati dal lassismo e dal buonismo delle leggi vigenti fatte a tutela del delinquente nella messianica attesa che si ravveda più che a tutela del cittadino che conduce da sempre una vita ravveduta.
Vi si aggiunge il silenzio inerte del sindaco Del Ghingaro, che avrà altri pregi, ma non ha quello della difesa dei “normali” viareggini che a Viareggio sono nati o si sono stabiliti e ivi vivono in buona armonia e reciproca tolleranza ma sono vittime di alieni che popolano spiaggia, pineta, stazione, parcheggi, piazze e strade, facendo di tutto tranne che cercare la famosa “integrazione” cui pare che siamo noi ad aspirare, certamente non loro che della integrazione se ne fottono éperdument come dicono i cugini francesi.
Vi si aggiunge la ipocrisia di gran parte della sinistra proveniente sia dal materialismo storico e dialettico sia dal cattolicesimo della accoglienza indiscriminata, in entrambi i casi a spese economiche (e non solo) degli altri: un fatto di mercato, la presenza del clandestino aiuta il buonismo economicamente organizzato in onlus, coop, associazioni, a campare a volte molto bene come nel caso della famiglia dell’onorevole ex Pd Soumahoro, caso scomparso da cronache e citazioni, con divieto della signorina Schlein e compagni di farne menzione e con la obbedienza mansueta dei “giornalisti” organici.
Peggio ancora quando è arma politica e ideologica che aspira alla sconfitta dell’Occidente corrotto e corruttore.
Oltre il 90% di furti, rapine, aggressioni gratuite e immotivate, risse, minacce, spaccio, abusivismo, violenza fisica o sessuale che avvengono a Viareggio hanno autori non italiani e quasi tutti irregolarmente presenti in Italia.
I numeri sono chiari: rispetto a Viareggio Lucca è meno insicura, merito anche della maggiore attenzione che la giunta Pardini mette nel gestire l’ordine pubblico per quanto di propria competenza.
L’insicurezza e la violenza quotidiana viareggina (come altrove) esasperano gli animi, aumentano la paura, incrementano le reazioni delle vittime, come nel caso di Cinzia Del Pino, la 65enne signora viareggina con la fedina penale immacolata, rapinata nel settembre dello scorso anno da Nourdine Mezgoui, un marocchino da 20 anni irregolare in Italia, che usava il nome falso di Said e viveva di espedienti, fino alla rapina.
I fatti: la signora Del Pino allo scopo di riprendersi la borsa rapinata dal Mezgoui (alias Said), da sola, a sera tarda, in una strada quasi deserta, avendo a che fare con cotanto gentiluomo che chissà come avrebbe reagito, ha perso la bussola e lo ha ripetutamente investito uccidendolo.
La signora Del Pino è agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico dal settembre dello scorso anno ed è stata rinviata a giudizio a inizio luglio per omicidio volontario pluriaggravato da crudeltà, futili motivi, ricorso a mezzi insidiosi, e minorata difesa: rischia l’ergastolo, senza che una voce si sia alzata non dico a giustificare ma a comprendere la reazione di una donna sola, aggredita di notte da un malfattore, spaventata a tal punto da perdere la ragione.
Le tre sorelle del signor Mezgoui che per più di vent’anni non sapevano se fosse vivo o morto, sono subito apparse affrante dal dolore per “chiedere giustizia”: rituale consueto, si costituiranno parte civile, chiederanno centinaia di migliaia di euro di risarcimento per la morte dell’amato fratello, li otterranno. Almeno loro saranno felici.
La signora Del Pino ha detto e ridetto: non voleva uccidere nessuno. Contrariamente alle opinioni dei PM è lecito pensare che i nostri concittadini “normali” come lei non si trasformano improvvisamente in killer assetati di sangue, la presenza di delinquenti inquina la qualità della nostra vita e invelenisce i rapporti col prossimo.
Abbiamo perso la vita di un uomo anche se delinquente: la campana suona per tutti, anche per lui, l’umanità ha perso un suo membro in circostanze violente: rincresce, eccome se rincresce!
Ma altrettanto rincresce vedere trasformata in mostro una signora che per 65 anni ha vissuto una vita di lavoro e di impegno, ha fatto la sua parte nel mestiere di vivere, una parte compromessa da un minuto di incoscienza.
Nessuno ha provato a capire il suo dramma, pochi invocano la difesa della bella Viareggio che fu.
Lo fa a mio mezzo il Movimento Patto per il Nord che proprio per questo è nato e si diffonde, per la difesa dei nostri valori, per la convivenza civile, per non obbligare o anche solo indurre i miti italiani a diventare involontari procuratori di morte di chiunque, anche di delinquenti che un minuto prima in una strada buia e deserta ti hanno assalito rapinandoti con violenza. E che da 20 anni vivevano in Italia, di espedienti, violando leggi inefficaci o inapplicate: quanti sono i Mezgoui in Italia, in Toscana, a Viareggio?
Duemila anni fa Cicerone chiedeva a un malfattore Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?
Il Patto per il Nord lo chiede di nuovo ai malfattori di ogni colore e provenienza, ai politici che minimizzano o negano, per cecità, per ideologia, per interesse economico, a quella piccola parte di magistrati che mette agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico la signora Del Pino per timore che reiteri il reato, anche se in 65 anni di vita non ha mai varcato il portone di un tribunale penale. Ma rimette in immediata libertà delinquenti conclamati che i reati li reiterano di professione.