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"Ma chi te lo fa fare"
Sono stato alla manifestazione di ieri contro il cosiddetto DL sicurezza, sarò a quello di sabato contro il genocidio di Gaza; mi chiedono (e mi chiedo!) ma chi te lo fa fare? Alla tua età, perché non ti godi serenamente la pensione?

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"L'ignoranza non mi fa paura, è il virtuosismo dell'ignoranza che mi terrorizza!"
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La volatilità delle slot machine può influenzare il divertimento dei giocatori nel lungo periodo
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Cosa controllare prima di guidare sotto la pioggia intensa
Guidare sotto la pioggia intensa può essere impegnativo e pericoloso se il veicolo non è adeguatamente preparato. La visibilità ridotta, le superfici stradali scivolose e le frenate prolungate…

Aborto e omofobia, la corte costituzionale fa chiarezza
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Criptovalute e Italia: una nuova architettura per l’economia nazionale
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera aperta destinata al sindaco di Lucca e inviataci da uno dei componenti il coordinamento lucchese NO LUCCA 5 G:
Caro sindaco,
Lei avrà certamente letta la lettera, sottoscritta da circa 130 cittadini e protocollata presso gli uffici comunali il giorno 28 ottobre dello scorso anno, relativa alla questione della rete di antenne presenti sul territorio, oggi incrementata dall'introduzione del sistema di telefonia cellulare (e non solo) detta 5G.
In detta lettera, fra altre cose, Le chiedevamo di rendere nota alla cittadinanza la documentazione che Lei avrà certamente ricevuto e accuratamente valutato prima di aderire al progetto 5GCity, riguardante la non nocività di tale sperimentazione.
La preoccupazione dei cittadini richiedenti tale informazione deriva dalla notizia che invece tali applicazioni hanno suscitato reazioni negative nella comunità scientifica mondiale espressa da centinaia di ricercatori appartenenti a varie professioni (fisici, biologi, medici, psicologi, ostetrici, educatori etc.). Le allegavamo anche copia di uno dei molti manifesti apparsi in questi mesi, quello della Alleanza Mondiale Stop 5G, che ha organizzato proprio in data odierna una giornata mondiale chiedendo una sospensione dei progetti in corso date le numerose attestazioni di qualificate indagini scientifiche dalle quali risulta la nocività delle radiazioni elettromagnetiche usate dal 5G. Non sappiamo se avrà scorso il numero impressionante e la qualifica dei firmatari di tale appello, che ormai non potrà dichiarare responsabilmente di non conoscere.
Riteniamo che non abbia avuto il tempo per una lettura accurata e responsabile della nostra richiesta visto che ad oggi, circa 3 mesi dopo, detta richiesta non ha ricevuto alcuna risposta, come del resto non la avuta neppure dal Presidente della Provincia, al quale pure era stata inviata.
Per questa ragione ci permettiamo pertanto farle omaggio di un libro, WIRELESS, che ha avuto un'eco vasta nel mondo scientifico nazionale, e ci permettiamo, per facilitarle la lettura, indicare alcuni punti che dovrebbero interessarla, visto i doveri che la carica da Lei rivestita comportano per quanto riguarda la tutela della salute pubblica sul territorio comunale.
In una dichiarazione della sua Amministrazione detta responsabilità viene girata al Governo italiano, che però tale responsabilità non ha rispettato. E, anche se fosse stata esercitata, non la esonera dalle sue responsalità.
Alle pagg. 81-89 del libro allegato viene reso noto come il Governo abbia venduto con asta pubblica, e quindi autorizzato, l'utilizzo del campo di frequenze corrispondenti all'applicazione 5G prima ancora di avere ricevuto il parere sanitario delle due istituzioni preposte a esprimere il proprio giudizio autorevole, l'Istituto Superiore di Sanità e –per quanto riguarda in particolare la salute dei lavoratori, l'INAIL sez. ISPEL. Quindi nella sua decisione il Governo è venuto meno alla propria responsabilità di assumere un provvedimento previa adeguata informazione.
Quindi Lei come sindaco, per usare una terminologia nota in campo economico, dovrebbe agire come operatore "di ultima istanza", supplendo all'omissione da parte delle autorità centrali al proprio ruolo. Cosa che invece hanno ritenuto di dover fare, ad oggi, ben 125 sindaci italiani le cui amministrazioni hanno deciso di non accettare l'istallazione delle antenne corrispondenti al 5G nei propri territori.
Per confortare un eventuale "sussulto di responsabilità", che ben comprendiamo essere difficile ma a nostro giudizio doveroso, le forniamo ulteriori informazioni.
La IARC, sottosezione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità incaricata di monitorare l'azione cancerogena di agenti fisici e chimici per la salute umana, ha classificato le radiazioni elettromagnetiche nella Categoria 2B la quale include tutti i POSSIBILI agenti cancerogeni. Ma è noto che la IARC sta riesaminando tale decisione, perché ritenuta inadeguata da vari suoi componenti, e si prevede lo spostamento nella Categoria 2A caratterizzata dalla definizione di PROBABILI agenti cancerogeni, ben più preoccupante della precedente. Ma addirittura si parla della possibile inclusione nella Categoria 1, quella cioè che include gli agenti cancerogeni certi, come è accaduto dopo decenni di dibattiti e rinvio per quanto riguarda i gas di scarico dei motori diesel, oggi definiti alla fine agenti "certi" di effetti tumorali (Vedi pagg. 101/102 del libro). Per noi la definizione di POSSIBILI è già comunque allarmante.
Dovrebbe anche interessarle la lettura del parere di cui sopra emesso dall'Istituto Superiore di Sanità sugli effetti delle radiazioni elettromagnetiche, una vera autorizzazione a trasformare i cittadini italiani in vere e proprie cavie là dove si scrive:
«Al momento, non è possibile formulare una previsione sui livelli di campo elettromagnetico ambientale dovuti allo sviluppo delle reti 5G. Se da un lato aumenteranno sul territorio i punti di emissione di segnali elettromagnetici, dall'altro questo aumento porterà a potenze medie degli impianti emittenti più basse. Una ulteriore riduzione dei livelli medi di campo sarà dovuta alla rapida variazione temporale dei segnali. Una valutazione adeguata dell'impatto di questa nuova tecnologia potrà essere effettuata solo a seguito di una conoscenza dettagliata delle caratteristiche tecniche degli impianti e della loro distribuzione sul territorio.» (neretti nostri).
Non occorre essere scienziati per comprendere tale linguaggio evasivo: solo l'esperienza ci dirà la verità sul 5G. Povero "Principio di precauzione" sottoscritto anche dal governo italiano! Su tale parere del I.S.S. infatti oggi il governo autorizza a andare avanti col 5G, che è iniziata da tempo nelle 5 città scelte dal MISE (Ministero dello Sviluppo Economico): Milano, L'Aquila (visto che là ormai ci sono solo terremotati dimenticati ...), Prato, Bari e Matera (mentre la città nel 2019 era capitale europea della cultura!). 4 milioni di persone già sono cavie da ben tre anni. E presto saranno molte di più: tutti gli italiani e le italiane.
Non vogliamo rubarle oltre il suo prezioso tempo di amministratore della città, ma ci sarebbero molte cose di più da scrivere o da dire.
In realtà dopo la nostra lettera ci eravamo ingenuamente aspettati l'invito a un incontro di chiarificazione con Lei, anche basandoci sugli impegni assunti nel Piano di Riassetto Analitico delle Emissioni Elettromagnetiche Territoriali presente sul sito del Comune:
... ... ...
-
trasformazione del cittadino da soggetto passivo ad elemento attivo e indispensabile nella tutela dell'ambiente e della salute;
-
realizzazione del più esteso studio epidemiologico sull'argomento mai realizzato in Italia, contestualmente allo studio sul territorio;
-
costruzione di una nuova coscienza nei cittadini con divulgazione di informazione scientifica corretta e autorevole.
Ma non è mai troppo tardi, Sindaco. Perciò restiamo fiduciosi nel rinnovarle il nostro invito per un incontro pubblico di informazione più adeguata su questa preoccupante tematica.
Distintamente
a nome dei partecipanti alle tre assemblee cittadine.
Il coordinamento lucchese NO LUCCA 5 G (Aldo Zanchetta, Antonio Maria Sartorelli , Carla Papini, Cosimo Chines, Franco Fantozzi, Giorgio Matteucci, Luca Giannini, Patrizio Marchi, Roberto Viani)
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In questa serata del 26 gennaio molti di noi sono in attesa dei risultati delle elezioni regionali in Emilia e in Calabria. Io sono fra costoro e mi preparo a una lunga notte di TV. I commenti a cose fatte.
Ma già ora registro, con soddisfazione data la mia appartenenza politica, che in Calabria le intenzioni di voto danno il cdx in vantaggio di oltre 20 punti e in Emilia danno le due coalizioni in parità.
Solo 5 anni fa la coalizione di cs vinse con il 61.7% in Calabria e con il 49% in Emilia lasciando al cdx il 29,85% (e ai grillini il 13.27%). Tutt’altra musica oggi, sardine o non sardine: i grillini precipitano come in tutta Italia (e vedremo cosa porteranno a casa in Calabria dopo il 43% ottenuto due anni fa alle elezioni politiche) e in Emilia le due coalizioni sono stimate alla pari. Vuol dire che il cs bene che vada rimane attorno al 50% mentre il cdx recupera una ventina di punti: significa che il cdx ha già vinto la partita politica.
Ma nel frattempo accadono cose che vengono da lontano, ma che ci coinvolgono immediatamente, come la nuova epidemia cinese: il processo è consolidato a livello storico:
la peste di Giustiniano del 540 d.c. proveniva (probabilmente) dall’Etiopia o dall’Egitto, ci mise (forse) 10 anni a raggiungere Costantinopoli e poi l’intero bacino del Mediterraneo e fu portata dai topi.
La “peste nera”, quella descritta dal Decamerone, era incubata nel Tibet dove si manifestò dal 1331. Per raggiungere l’Europa attraverso la via della seta e poi le navi genovesi provenienti dal mar Nero, ci mise 15 anni, per 5 anni fu un flagello. Anch’essa fu portata dai topi.
L’influenza spagnola del 1918, la peggiore in numero di morti, pare provenisse anch’essa dalla Cina per poi colpire gli USA e, attraverso i soldati americani impegnati nella I Guerra mondiale, espandersi in Europa e altrove. Ci mise un paio di anni per infettare quasi tutto il pianeta e i portatori furono (forse) i 95.000 lavoratori cinesi utilizzati dagli alleati sul fronte occidentale. Comunque non i topi.
Il coronavirus cinese nel 2020 ci ha messo giorni se noni ore a riguardare il mondo intero almeno in termini di allarme.
Che derivi da un laboratorio militare o dal mercato di Wuhan è un problema politico di cui difficilmente verremo a capo data l’opacità dei governanti cinesi, ma non sposta il tema del tempo in cui si sta diffondendo: giorni o addirittura ore anziché anni o decenni.
Rispetto al passato, la scienza (occidentale) ha ben altri mezzi per contrastare le epidemie. Lo dimostra la reazione alla influenza aviaria o a quella suina, contenute in perdite umane di gran lunga inferiori alle epidemie che abbiamo ricordato prima. Lo dimostra la terapia dell’altra epidemia (anomala) di fine 900, cioè l’AIDS, pure dopo aver pagato quasi 40 milioni di morti.
I due elementi sono rilevanti: le difese che la nostra scienza ci ha messo a disposizione ci rassicurano, i tempi di diffusione dimostrano nei fatti le connessioni che uniscono il nostro mondo in tempo quasi reale.
Il mondo è diventato più piccolo ed è sempre più attuale la famosa domanda che Lorenz pose nel 1972: "Può, il batter d'ali di una farfalla in Brasile, provocare un tornado in Texas?”.
Evidentemente può e in quattro e quattr’otto.
Tutto dimostra che siamo alla vigilia di un cambiamento totale che riguarda l’umanità intera, bianchi, neri, gialli: la capacità di adeguarsi al cambiamento e di coglierne i vantaggi disegnerà una nuova geografia del potere.
Secondo la recente ricerca della Deloitte entro un paio di anni (un paio di anni!), oltre il 61% dei mestieri cambieranno e il famoso “posto fisso” sarà sempre meno disponibile perché nessun lavoratore (dicesi lavoratore e non operaio o addetto a lavori a basso valore aggiunto: dal manovale al dirigente) potrà più svolgere la stessa mansione per tutta la sua carriera.
La politica finora ha ignorato il tema ma ben presto dovrà batterci di naso, torneremo sull’argomento che sembrava riguardare le prospettive di vita dei ragazzi, mentre la velocità del cambiamento chiama in causa anche le prospettive degli uomini maturi.