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I tigli lungo viale della stazione a Ponte a Moriano, le riflessioni di un residente
"Da più di cento anni lungo il Viale della Stazione di Ponte a Moriano due file di magnifici tigli

Destra e sinistra, "Caro Aldo ti scrivo, così, mi arrabbio un po'..."
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La sessualità maschile rappresenta un pilastro essenziale della qualità della vita
La sessualità maschile, ancora oggi tema spesso sottovalutata o affrontata con imbarazzo, rappresenta un pilastro essenziale della qualità della vita. Disturbi come calo del desiderio, disfunzione erettile o eiaculazione precoce…

Gioco online e minori: come funziona la normativa internazionale
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Recinzioni in ferro: soluzioni per il giardino
Tutti coloro che sono alla ricerca di soluzioni di recinzioni casa, giardino o altri contesti abitativi e commerciali, possono ottenere diversi prodotti scegliendoli tra una vasta gamma

Casinò digitali sempre più popolari: +31% di iscrizioni nel 2025
Il comparto del gioco online continua a registrare una crescita marcata a livello globale, con i casinò digitali che si confermano tra i segmenti più dinamici del settore

Come il settore del gioco d’azzardo sta sostenendo l’economia italiana
Il settore del gioco d’azzardo rappresenta una componente significativa dell’economia italiana. Negli ultimi anni, la sua incidenza è cresciuta non solo in termini di gettito fiscale ma anche per quanto riguarda l’occupazione e l’indotto generato in ambiti collaterali

Lucca dietro le mura: segreti, fantasmi e colpi di scena
Dietro l’armoniosa cornice delle antiche mura rinascimentali, la città di Lucca nasconde un labirinto di racconti mai del tutto svelati – come un sipario che si solleva a…

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Sport notturni: cosa si nasconde dietro la febbre delle attività dopo il tramonto
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Si dovrebbe chiamarlo “ramaiolo”, ma a Lucca si dice così, per definire quel cucchiaione concavo che serve per levare e distribuire nei piatti minestre ed in genere, cibi liquidi. Nei tempi andati era il simbolo del comando in casa, come lo scettro per il re.
Oltre a cavar la zuppa, veniva adoperato anche nella cerimonia di accoglienza della nuora nelle case contadine. La suocera attendeva sull’uscio la sposa del figlio che, per la prima volta faceva il suo ingresso in casa per rimanerci in via definitiva. Il dialogo, presso a poco era il seguente:
Suocera (porgendo lo strumento alla nuora): “Eccoti il rumaiolo!”
Nuora (per educazione lo rifiuta): “Non sia mai detto, il rumaiolo è sempre vostro!”
Suocera (insistendo, sempre per educazione): “No, d'ora in avanti deve essere tuo”.
In realtà, quel rumaiolo, come il bastone del maresciallo, la nuora doveva guadagnarselo dopo il severo esame cui veniva sottoposta e, il più delle volte non bastava.
Era quello un esame particolare che aveva una ricaduta anche sulla famiglia da cui proveniva la giovane donna, ed in particolare sulla mamma, perché alle mamme era affidata l’educazione dei figli.
Dovendo parlare della moglie del figlio, la suocera non diceva “la mia nuora”, bensì “la mia sposa”, come fosse lei il marito. E se in una casa di nuore ce n’erano più di una, allora, alla locuzione “la mia sposa”, doveva aggiungere anche il nome.
Ne avrebbe parlato con orgoglio, se avesse superato quell’esame che durava mesi, durante i quali la nuora doveva dare prova di saper far da mangiare, cucire, rammendare, tessere, filare, fare il bucato, ed anche i figli maschi come lei, suocera, aveva fatto.
Il suocero invece faceva un esame preventivo, quando il figlio lo informava con chi intendeva fidanzarsi. Ricordo un Tizio nel mio paese che, prima di dare il suo assenso alla frequentazione, pretese di voler vedere camminare la ragazza per stabilire se fosse adatta a lavorare nei campi.
Quando, dopo il bucato, la sposina stendeva i panni, anche le vicine di casa erano autorizzate ad esprimere un giudizio e dare il voto. Era promossa, almeno in materia di bucato, se le vicine, si facevano premura di andare dalla suocera per dirle quanto fossero puliti e immacolati quei panni. Era bocciata, se le vicine non si facevano vedere, preferendo tacere.
Il bucato! Termine che risale addirittura al XV secolo e che quindi da’ l'idea di quanto sia antica queste pratica. Un modo di lavare, che soltanto chi ha superato i 70, può ricordare, come non potrà dimenticare il candore ed il profumo della biancheria dopo quel trattamento con acqua bollente e cenere. Profumi ormai fermati nel grand’album dei più bei ricordi.
Giampiero Della Nina
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa breve lettera di un cittadino, Franco Fabbri, che si chiede se la via Morianese sia omologata per il transito dei Tir:
"Buon giorno, mi chiamo Franco, volevo dire anche io qualcosa che riguarda quella strada.