Le tradizioni sono le radici di una comunità e così è stata una festa, nel paese di Azzano, la riapertura del metato di Mariano Tarabella, ristrutturato e riacceso dopo ben 58 anni di inattività. I tempi cambiano e così le economie e i ritmi di vita, tanto che quella struttura, situata in cima al paese, era stata dismessa dopo una vita di attività a cura dei genitori di Mariano, Olinto Tarabella e Diana Tognocchi.
Nel corso dei decenni Mariano aveva sempre avuto il desiderio di ristrutturarlo, tanto più che era una promessa fatta agli stessi genitori. E così, raggiunta la soglia della pensione, si è buttato anima e corpo in questa impresa, lavorando direttamente all'opera di restauro che è andata avanti tutta l'estate, con il supporto e l'entusiasmo di familiari e amici.
A metà di ottobre si è vissuto il fascino dell'antico rituale di accensione e domenica, in occasione della festa della castagna ad Azzano (che sarà replicata ancora domenica prossima), c'è stato un corale brindisi per questa riaccensione che significa profumo di un passato che non può essere archiviato ma che, piuttosto, merita una ripresa.
"Un'occasione di festa per tutta la montagna seravezzina – commenta il sindaco Lorenzo Alessandrini – in quanto la ristrutturazione di questo metato e la sua riapertura rappresentano un significativo segnale di amore per le tradizioni e i valori del territorio, la volontà di recuperare e mantenere vivo un legame potente con la nostra montagna, valorizzando in questo caso la lavorazione delle castagne e dando quindi un chiaro segnale di vitalità anche alle nuove generazioni. Con questa riattivazione, salgono così a cinque i metati attivi sul territorio comunale, veri e propri presidi della nostra cultura e tradizione".
Il metato di Mariano, attualmente a uso e conduzione familiare, rimarrà acceso sino alla fine di novembre, prima per proseguire l'essiccazione di questo prezioso frutto e poi per la battitura delle secchine. Saranno quindi ancora momenti di vera e propria festa, come nel passato, in una condivisione di gioia e di lavoro, nella semplicità di un passato che non è nostalgia ma desiderio di un recupero della propria identità tra i tanti agi della modernità.
Una volta terminate le operazioni, il metato verrà chiuso e sarà riaperto puntualmente a metà ottobre, per riprendere il circolo della lavorazione delle castagna.