Anno XI 
Giovedì 6 Novembre 2025

Scritto da francesco pellati
Politica
12 Febbraio 2025

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La giornata della memoria, non sempre i ricordi degli uomini sono bei ricordi.

I ricordi di ieri sono dolorosi e dolenti.

Riguardano decine di migliaia di morti infoibati, centinaia di migliaia di esuli dalla Dalmazia e dall’Istria, migliaia di morti nel Triangolo Rosso emiliano: unica colpa, essere italiani non comunisti.

Non c’è verso: l’impegno del PCI e della truppa di ”storici”, di giornalisti, e delle infinite organizzazioni collaterali a tacere e a far tacere, a scagliare l’anatema di revisionismo e di fascismo contro chi cercava niente di più che la verità, questo impegno è durato 40 anni, fino a quando Silvio Berlusconi ha istituito la Giornata della Memoria con l’indignazione della sinistra unita.

Ma la verità non basta neanche oggi a convincere l’ANPI, la bolsa associazione che campa da parassita sui giovani che hanno sacrificato la vita per ridarci la libertà e sui giovani invecchiati e ormai morti nel letto di casa in tarda età, con l’onore del ben fatto.

Neanche basta a Rifondazione Comunista, il che meraviglia meno: è una delle residue tane che accoglie i duri e puri del disastro comunista.

A testimonianza che ci è andata bene: abbiamo rischiato sul serio di cadere nella trappola che Stalin, Tito e il PCI avevano predisposto.

I profughi dalmato/istriani? tutti fascisti da chiudere nei 109 campi di concentramento per anni, muti, invisibili. E chi eccepiva era fascista.

Gli assassinii, le deportazioni, le requisizioni dei beni degli italiani in Istria e Dalmazia? il giusto ripagare delle nefandezze fasciste avvenute nei vent’anni precedenti.

I morti nel Triangolo Rosso emiliano? il repulisti dai fascisti del territorio, in mano alle milizie comuniste emiliane comandate da Belgrado.

Historia magistra vitae: non dimentichiamo ragazzi, mandiamo una pernacchia ad ANPI e due a Rifondazione: la volgarità del suono è la risposta più adatta a questi cascami ideologici.

Camus diceva che “il regime del terrore dovunque instaurato dai comunisti ha tanto diritto di definirsi socialista quanto i boia della Inquisizione avevano diritto di definirsi cristiani”.

Mai dimenticare la ”slavizzazione” a scapito degli italiani del territorio da parte degli Asburgo nella seconda metà dell’ottocento, mai dimenticare i soprusi del fascismo che eseguì 5 (cinque) condanne a morte in 20 anni: sempre troppe anche se incomparabili con le decine di migliaia di assassinii da parte delle bande dei comunisti jugoslavi.

Piangiamo i morti, scusiamoci, noi incolpevoli, per le sadiche angherie inflitte ai profughi, per esempio alla stazione di Bologna: il latte destinato ai bambini istriani sequestrato e versato per terra dagli zelanti comunisti bolognesi.

I profughi, anche bambini, erano tutti fascisti in fuga dal paradiso Jugoslavo: puniamoli!

Non dimentichiamo: la memoria del passato ci insegna a sbagliare meno; si chiama esperienza: è uno dei pochi vantaggi che ti dona la vecchiaia.

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