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De Bruyne Tentato dal Trasferimento al Napoli tra le Voci di un Addio dalla Premier League
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Riceviamo e pubblichiamo questa lettera aperta del consigliere Roberto Guidotti in risposta al consigliere Massimiliano Bindocci in merito alle accuse alla maggioranza sulla tematica del lavoro:
“Carissimo Consigliere Bindocci, in questi giorni ho riflettuto molto se fosse il caso di risponderLe o di glissare sulle sue affermazioni così tanto sterili da sgonfiarsi da sole. Poi, anche per il mio ruolo all’interno del consiglio comunale, nonché per tutto il lavoro fatto in questi anni, ho deciso di scriverLe questa nota.
Lei nel consiglio del 27 luglio scorso, e per mezzo stampa, ha accusato la maggioranza di essere presente all’incontro presso la GKN con un numero esiguo di componenti e quindi di mostrare freddezza e poca sensibilità a questo problema, facendo anche un conto percentuale, come la solidarietà si misurasse in numeri e in visibilità. Il presidente del consiglio durante la seduta e la consigliera Angelini poi, Le hanno ricordato come a volte sia difficile coniugare il desiderio con il dovere. Lei, caro Consigliere, è riuscito come le ha fatto notare il presidente del consiglio, a sciupare una gran bella cosa. Davanti a quelle persone che stanno vivendo un dramma immenso, infatti, il Consiglio comunale di Lucca, anche per i contatti avuti dal sottoscritto e dal Sindaco, era a dimostrare la propria solidarietà e quel piccolo numero di consiglieri rappresentava tutti, forze di maggioranza e minoranza, unite per un nobilissimo scopo!
Lei nel suo attacco però non si limita a questa ultima vicenda, ma non avendo argomenti per controbattere le affermazioni della consigliera Angelini, la butta in caciara e accusa i componenti del PD di non avere attenzioni al tema del lavoro. E allora è bene che sappia che come capogruppo del PD in consiglio comunale e come consigliere con la delega al Lavoro non posso far finta di non avere letto le Sue provocazioni e accuse.
Si può accusare questa Amministrazione di aver fatto poco, di aver fatto errori, che quello fatto non sia necessario e che si poteva fare di più, ma certamente non la si può accusare di non avere avuto attenzioni verso il lavoro. Questa Amministrazione già dalla stesura del programma elettorale si è assunta, pur non avendone delega, l'onere e l'onore di inserire al suo interno una parte dedicata a queste tematiche. Il Sindaco, a supporto di questa visione, ha ritenuto opportuno attribuire ad un consigliere la specifica delega, per dare continuità e gambe a quanto promesso e dichiarato. In questi quattro anni, pur coscienti di tutte le difficoltà del settore, abbiamo cercato di essere attenti e disponibili verso le associazioni, i sindacati e i lavoratori e le lavoratrici di qualsiasi settore. Mi permetta, a questo punto, di farLe un brevissimo elenco. Abbiamo seguito da vicino le crisi aziendali che purtroppo hanno toccato il nostro Comune, provando anche a dare il nostro piccolo contributo; al fine di tenere sempre una luce accesa riguardo la sicurezza sui luoghi di lavoro, abbiamo lavorato per coinvolgere più persone e più amministrazioni possibili, anche con progetti specifici; abbiamo firmato un protocollo con tutte le componenti del mondo del lavoro lucchese; abbiamo promosso insieme ad altri enti una scuola per ragazzi sull'economia civile.
Tutto questo è poco? Forse si. Anche noi, coscienti di questo enorme problema, ingigantito purtroppo da una devastante pandemia, vorremmo aver fatto di più, ma da qui ad affermare che non siamo attenti e sensibili alle tematiche del lavoro la differenza è abissale. E poi, caro Consigliere Bindocci, mi stupisce veramente che Lei non sappia quanto è difficile agire su certe tematiche quando non vi è una normativa di supporto a livello nazionale.
A me non piace fare mai la conta e dare giudizi, ma a questo punto siccome ci chiede sempre più spesso bagni di umiltà, le chiedo anch’io la stessa cosa e la invito a fare anche Lei un esame di coscienza e riflettere su dov'era durante alcune iniziative promosse dal sottoscritto per conto della Commissione e in altre occasioni riguardo le tematiche del lavoro a lei molto care…mi scusi, ma proprio durante il Consiglio del 29 luglio, quando è intervenuto un delegato della GKN, Lei dov’era?...Si proprio Lei che ha sollevato questo problema e nella Sua figura di Dirigente Sindacale?
Caro Bindocci, l'attenzione su alcuni temi non si misura in percentuali, ma in sensibilità, quella sensibilità che Lei presume di avere e che invece accusa altri di esserne privi.
Per ultimo, siccome a Lei piace molto metterla sul personale, voglio ricordarLe che la commissione sul condotto pubblico è una di quelle commissioni dove l'obiettivo è comune: mi risulta che la stessa Angelini, nella sua funzione di Presidente, abbia sottolineato questo aspetto e che tutti i componenti abbiano favorevolmente assecondato l’invito a non strumentalizzare la commissione per fini diversi. Pare che Lei, Bindocci, sia il primo ad aver già infranto le più semplici regole per la riuscita del lavoro
cordiali saluti”
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Bella questa lettera che riceviamo, direttamente, dalla capitale e che pubblichiamo volentieri per la acutezza di analisi di questo lettore che frequenta abitualmente la nostra città: così se ne va un pezzo di storia del quartiere Prati
Signor Grandi,
da poche ore è uscita la notizia della chiusura per fallimento della storica (centenaria) pizzicheria/rosticceria Franchi in via Cola di Rienzo a Roma. So delle sue radici in Prati e sono quindi certo che ne avrà gustato almeno una volta i celebri supplì e i fantastici polli arrosto, fantastici almeno fino a quando la gestione è passata ai figli del patron (poi sono diventati una schifezza)...
Infatti, da quel momento, è iniziata la decadenza perfezionata dalla ristrutturazione sciagurata per aggiornamento del "format" commerciale, che cominciò con l'eliminazione della celebre fontanella d'acqua fresca (e gratis...) per il dopo supplì. Da quel momento il peggioramento dell'antica qualità è stato verticale, con il conseguente diradarsi della clientela...
Ora mi dirà, ma che c'entra con la Gazzetta di Lucca? Ebbene, penso che proprio c'entri..., eccome... Perché frequentando Lucca da trent'anni e amandola con un certo trasporto, ho notato che, in quanto a degrado, ciò che vedo succedere a Roma, poi lo vedo succedere anche a Lucca, anche se con le dovute proporzioni. Apprezzo molto le battaglie anti degrado sul suo bel giornale, quindi spero che continui a difendere Lucca da chi la vuole guastare a ogni costo, magari adducendo la scusa che sono "i tempi" che cambiano...
E' necessario salvare le peculiarità uniche di Lucca, fermando la rincorsa dei cretini in malafede a "format" altrettanto cretini e snaturanti (bar, negozi, giardini, eventi idioti, mura, piazza coperta, manifattura, etc...). Compito non facile, lo so, ma bisogna provarci sempre e non mollare mai, strillando come e più di loro...! Grazie e forza!
Risponde Aldo Grandi: lei mi dà una brutta notizia che mi colpisce direttamente al cuore. Ho vissuto in Prati per tanti anni quando era un quartiere piccolo-borghese abitato da gente comune e laboriosa, non come oggi che non solo è sporco da fare schifo, ma, evidentemente è divenuto un quartiere per progressisti sinistroidi radical chic-choc che di popolare e di autentico non hanno alcunché.
Che dirle? Ho letto che al suo posto dovrebbe estendersi un'altra, forse l'ultima, perla del genere a Roma in Prati, quel Castroni torrefazione dove si sta da dio, si beve un fantastico caffè a 90 centesimi. Imparino i lucchesi anche da questo aspetto.
Non sono stato un habitué di Franchi, ma la sua vicinanza a Castroni, è il locale a fianco, me lo fa ricordare con affetto, soprattutto, come dice lei, per via di quei supplì e per le fantastiche vetrine davanti alle quali era impossibile non fermarsi ad osservare primizie altrove introvabili.
La sua lettera mi piace molto, denota sensibilità e consapevolezza che ciò che avviene nelle metropoli, prima o poi, è destinato inevitabilmente ad accadere anche nelle piccole e medie realtà. A Lucca si prova a resistere, ma la tendenza a tutto omogenizzare, all'accoglienza incondizionata e indiscriminata, alla conseguente scarsa identificazione con la città proprio per la mancanza di senso civico e di radici locali, oltre alla demenza e ignoranza di larghi strati di popolazione sottoposti al pensiero unico dominante, non lascia granché ben sperare. Lucca va avanti così com'è, ma è come se fosse immobile, senza progetti per il futuro, senza una strada da seguire, senza aspirazioni né ambizioni, ma soltanto occhio per la mediocrità che si sta espandendo a macchia d'olio.
Che fare domanda lei. Non smettere di urlare. Mai. Su questo siamo concordi. Quando verrà nuovamente a Lucca mi telefoni, il numero è sul giornale. Le offrirò volentieri un caffè.