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La formazione per la sicurezza sul lavoro non deve essere solo la risposta a degli obblighi normativi, ma deve garantire un apprendimento serio e concreto. Nel caso in cui i partecipanti a un corso di istruzione ritengano, al termine dello stesso, di non avere imparato niente di nuovo, c’è qualcosa che non va: è come se ci fosse una resistenza che non è stata superata, e quindi non c’è stato l’incontro tra insegnamento e apprendimento. Per evitare che ciò accada, conviene fare affidamento sulla formazione esperienziale: si tratta di una pratica che si basa sull’esperienza concreta come fulcro del processo di apprendimento.
La formazione esperienziale e Sicurya
Una realtà specializzata nella formazione in tema di sicurezza sul lavoro è senza dubbio Sicurya, che offre ai propri clienti i più alti standard di professionalità e competenza. L’impiego di strumenti tecnologici avanzati è il fiore all’occhiello della società, nata nel 2009 e in grado di proporre un ampio assortimento di servizi finalizzati ad andare incontro alle richieste della clientela. Il core business di Sicurya comprende, tra l’altro, le attività di progettazione, le consulenze tecniche specifiche, le prestazioni di sorveglianza sanitaria, i rilievi strumentali e le attività di formazione e informazione. Lo scopo è quello di garantire non solo la sicurezza delle persone, ma anche il loro benessere.
Come si svolge la formazione esperienziale
Dopo l’esperienza pratica, la formazione esperienziale prevede un’interazione di gruppo e, in seguito, una riflessione a proposito degli argomenti che devono essere ancora affrontati o che sono già stati presi in esame. La formazione esperienziale non è un metodo nuovo, ma solo di recente è stato riscoperto; gli studi più importanti in merito sono stati effettuati negli Stati Uniti agli inizi degli anni ’30 del secolo scorso, mentre da noi sono stati pubblicati negli anni ’60.
Il domani della formazione
Volendo volgere uno sguardo verso l’avvenire del mondo della formazione, vale la pena di prendere in considerazione l’impiego dei simulatori, che svolgono un ruolo di primo piano quando si deve imparare a utilizzare le attrezzature in maniera sicura. Da parecchio tempo esistono, per esempio, dei simulatori che sono destinati a formare gli operatori che devono manovrare strumenti piuttosto pericolosi. Per essere in grado di adoperare particolari attrezzature – si pensi alle piattaforme di lavoro elevabili o ai carrelli elevatori, per esempio – è necessario essere in possesso di una specifica abilitazione, come richiesto dalla normativa. Questa, per altro, allo stato attuale non tiene conto del ricorso ai simulatori ai fini della formazione. Ciò non toglie che i simulatori più all’avanguardia tra quelli che si possono trovare in commercio al giorno d’oggi sanno assicurare un livello di realismo, per le esperienze formative, che non ha niente da invidiare alla tipica formazione sul campo.
La formazione a distanza
La formazione a distanza, che può essere erogata tramite video conferenza o sotto forma di e-learning, è una novità che è stata introdotta a partire dal 2011. Si tratta, in effetti, di un metodo di formazione all’avanguardia che merita di essere considerato una preziosa occasione dal punto di vista dello sviluppo culturale: e la conferma arriva dal massiccio uso che se ne è fatto negli anni più recenti.
La storia della formazione
Per risalire alle origini della formazione relativa alla sicurezza sul lavoro è necessario fare riferimento al D. Lgs. n. 626 del 14 settembre del 1994, in recepimento alle Direttive Sociali europee. Attraverso questo decreto i datori di lavoro sono stati obbligati a formarsi. Oggi ci sono diverse tipologie di formazione, che per altro sono il frutto di una costante evoluzione che non si è ancora arrestata. Il D.M. 16 gennaio 1997 ha definito i contenuti minimi per la formazione non solo dei datori di lavoro, ma anche dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e dei lavoratori stessi.
Gli anni Duemila
Il DM 10 marzo del 1998 e il DM 15 luglio 2003, insieme con il D. Lgs. 626 del 1994, hanno individuato gli standard minimi da rispettare per la gestione delle emergenze e per la formazione della squadra antincendio e degli addetti al primo soccorso. Tutti i datori di lavoro, infatti, in azienda devono prevedere la presenza di un team di lavoratori deputato alla gestione delle diverse potenziali emergenze.
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa critica che è anche una riflessione inviataci da un esercente un'attività di ristorazione a proposito dei fatti di Porta dei Borghi:
Buongiorno direttore,
le scrivo in merito all'ultimo articolo scritto da lei Covid-19, la paura ci ha annebbiato il cervello: siamo diventati tutti pecore e piccioni".
Sono proprietario di un piccolo bar/ristorantino, quindi (come dice lei) faccio parte di quella categoria sfigata, massacrata, sbeffeggiata, bandita e umiliata da questa presunta pandemia.
Mi rivolgo a lei (mi scuso anticipatamente della mia non perfetta calligrafia), perché non sono d'accordo e mi sento anche un po' "offeso" da una frase che lei ha scritto.
La frase in questione è quella dove lei paragona i giovani ai ristoratori/proprietari di bar ecc. Essere paragonato a giovani che soffrono (mentalmente) perché non possono uscire di casa, socializzare e interagire con i coetanei mi sta bene (e parlo di ragazzi Under 18), ma essere paragonato a ragazzi (Over 20 e quindi non più adolescenti) che hanno fatto quello che hanno fatto lo scorso venerdì non Mi Sta Bene.
Queste persone non hanno avuto alcun rispetto per la mia categoria di ristoratori/proprietari di bar ecc.
Hanno fatto tutto ciò che non è possibile fare in questo momento, fregandosene di tutto e di tutti.
Invece NOI, rispettando le regole e soprattutto la nostra clientela abbiamo dovuto chiudere a cena, diminuire i posti a sedere, e adeguare i nostri locali alle norme anti-Covid, spendendo soldi che non abbiamo.
E lei ci paragona a questi ragazzi?
MI SCUSI MA NON MI STA BENE.
Magari avrebbe potuto scrivere..
"Possiamo paragonare i giovani, MA NON QUELLI CHE HANNO FATTO QUELLO CHE HANNO FATTO LO SCORSO VENERDÌ, ai ristoratori, ai titolari di bar o ai proprietari delle agenzie di viaggio, delle piscine, delle palestre, degli impianti e delle società sportive?".
La ringrazio anticipatamente.