Economia e lavoro
Autunno caldo per il settore cartario: Uilcom UIL e SLC CGIL indicono 16 ore di sciopero e stato di agitazione
Si prospetta un autunno caldo per il settore cartario: per il rinnovo del CCNL è stato indetto da parte di Uilcom UIL e SLC CGIL un pacchetto di…

Intelligenza artificiale e professioni: tanta partecipazione al concorso indetto dagli ordini professionali lucchesi
Sono una quindicina gli elaborati presentati dagli studenti e dalle studentesse delle classe terminali degli istituti superiori della provincia di Lucca per vincere la borsa di studio…

Imprese, Conflavoro: per il 93 per cento delle aziende la burocrazia della Pubblica amministrazione ha un impatto critico
Il 93 per cento delle imprese italiane ritiene che leggi, regolamentazioni e adempimenti burocratici abbiano un impatto problematico sulle loro attività e di queste, oltre la metà (il 48%), lo considera significativamente negativo

Presentato il Rapporto Garfagnana 2025: tra sfide e risorse, un territorio in cerca di futuro
Presentato venerdì mattina, nella Chiesa dell'ex Convento di Sant'Anna a Pieve Fosciana, il Rapporto Garfagnana 2025, realizzato dall'Istituto di Studi e Ricerche su incarico della Camera di…

Adriano Rapaioli è il nuovo responsabile di Lucca per Confesercenti
Passaggio di testimone alla guida di Confesercenti Lucca. Adriano Rapaioli, già responsabile Massa Carrara, prende il posto di Daniele Benvenuti al quale rimangono quindi le aree di Pisa…

100% made in Italy, Conflavoro consegna Certificazione vITA a U-BOAT di Italo Fontana
Sabato, durante i festeggiamenti a Forte dei Marmi per il 25° anniversario di U-BOAT, il presidente nazionale di Conflavoro, Roberto Capobianco, ha premiato il fondatore Italo Fontana con una targa celebrativa.

Export in calo nel primo semestre 2025 per Pisa, Lucca e Massa-Carrara
L'export delle province di Pisa, Lucca e Massa-Carrara ha chiuso il primo semestre 2025 con il segno meno. Un risultato in controtendenza rispetto al quadro nazionale (+2,1%) e soprattutto alla Toscana, che ha segnato un brillante +11,8% grazie alla spinta della farmaceutica e dell'oro aretino

La Camera di Commercio presenta il Rapporto 2025 sulla Garfagnana
Si terrà venerdì 10 ottobre, a partire dalle 11, nella chiesa dell’ex convento di S. Anna a Pieve Fosciana, la presentazione del Rapporto Garfagnana 2025 realizzato dall’Istituto…

Elezioni regionali, le richiesta di Cna Lucca ai candidati dei vari schieramenti
La direzione della Cna di Lucca ha predisposto un documento articolato da presentare ai candidati del territorio alle prossime elezioni regionali che chiederanno di incontrare l’organizzazione. Punto…

Salute e sicurezza sul lavoro, sos della Uil: "Toscana e Lucchesia, dati preoccupanti"
Salute e sicurezza sul lavoro: dati preoccupanti per la Toscana e la provincia di Lucca L’Inail ha fornito alla Uil i dati dell’andamento degli infortuni e delle richieste…

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Certamente celebre, ancor più certamente inattuata, resta la frase di Massimo d'Azeglio, politico, patriota e scrittore piemontese, all'indomani della raggiunta unità nazionale: "Fatta l'Italia ora bisogna fare gli italiani". Ebbene, ad oltre un secolo e mezzo dai "fatti" del Risorgimento il grande problema del Mezzogiorno continua a rimanere inevaso gravando sulle sorti economiche e sociali dello Stivale. Gli indicatori del benessere continuano, infatti, a far registrare un'intollerabile disparità di condizioni tra il Nord ed il Sud del Belpaese, tra la parte che produce più ricchezza e quella che da sempre invoca sussidi e lavoro allo Stato. Quest'ultimo, tra l'altro, ha varato una carta costituzionale che esordisce, al primo articolo, con l'espressione piuttosto singolare, se non demagogica: "L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro" facendo assumere agli apparati centrali il dovere - del tutto improprio - di provvedere a che tutti i cittadini possano contare su quella istituzione per poter trovare un'occupazione che sia presupposto della condizione di benessere. Nel successivo articolo 3 la "Magna Carta" rincara il gravame di responsabilità in capo allo Stato: "E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese". Il combinato disposto dei due articoli testé citati, configura insomma per lo Stato un dovere che va oltre quelli che sarebbero i compiti razionali e possibili che pure il medesimo sarebbe chiamato ad assumere nei confronti dei cittadini ( infrastrutture, bassa tassazione, scuole, trasporti, sanità, sicurezza). Per dirla con altre parole, quei diritti di cui sono titolari gli italiani, stando alla madre di tutte le leggi, dovrebbero essere garantiti ed assicurati direttamente...dall'intervento statale!! Non più dunque attraverso azioni di carattere generale tese a favorire le condizioni per la massima occupazione, bensì attraverso la responsabilità diretta dell'autorità centrale che, stando a quanto messo nero su bianco, dovrebbe farsi carico di assicurare, in maniera concreta, ad ognuno di noi un bel posto di lavoro!! Da un dovere impersonale ed a carattere generale si passa così ad un dovere diretto, ad una preoccupazione vincolante per lo Stato. Una dichiarazione certo "populistica" ed un onere concreto difficilmente attuabile laddove esistano condizioni oggettive di difficoltà socio-economiche che possano favorire la piena occupazione. Ne consegue che il cittadino spesso si ritrova a rivendicare, come diritto personale, l'ottenimento di un posto di lavoro da parte dello Stato perlopiù inteso come "posto statale", vale a dire posto fisso, garantito in eterno e che prescinda da ogni altro tipo di valutazione. Ebbene: uno Stato che ai suoi albori di Repubblica si permette tale lusso non può che deludere le aspettative che queste suscitano, men che meno uno Stato come il nostro ancora lontano dall'aver sanato la piaga apertasi con le guerre di indipendenza che, con l'annessione forzosa del Regno delle Due Sicilie, provocarono lo spoliamento del Sud a vantaggio del Nord, con il trasferimento forzoso di tutto l'apparato industriale oltre che dell'enorme tesoro in lingotti d'oro che l'allora Banco di Sicilia conteneva e che fu depredato da Garibaldi (oltre quattrocento milioni di vecchie lire. Una cifra enorme per quei tempi). Un ulteriore dato eloquente ci arriva dall'entità del fenomeno migratorio italiano che guarda caso, ebbe inizio proprio a partire da quegli anni: ben cinquanta milioni di meridionali emigrarono, nel giro di poco meno di un secolo, per cercare lavoro, non solo in Europa ma anche Oltreoceano!! Ora, a leggere le statistiche odierne non sembra essere cambiato granché sotto quel profilo: lo rileva l'Eurostat certificando il tasso di occupazione dell'Ue nel complesso al 75,3%. Pensate: se nella regione polacca di Varsavia si osserva un tasso più alto rispetto a quello dello scorso anno (pari all’86,5%), in ben tre regioni italiane, ovviamente tutte del Mezzogiorno, risulta occupata meno della metà della popolazione in età lavorativa!! Calabria, Campania (entrambe con un tasso del 48,4%) e Sicilia (48,7%). All'Italia insomma tocca il dato statistico più scomodo, quello che le assegna il primato delle disparità regionali più elevate, con un coefficiente di variazione del 16% tra i territori del Settentrione e quelli del Sud contro una media europea attestata intorno all'8%. Il governo Meloni mena vanto di aver abbassato gli indici di disoccupazione ed ha ben motivo di farlo, tuttavia innanzi a tali secolari disparità credo occorra ben altro. Quello che ci può consolare semmai è che la percentuale dell'economia sommersa (e del lavoro nero) è ben più alta rispetto a quello che si stimi perché con quelle percentuali di disoccupazione la metà dei cittadini del Sud sarebbe indigente!! Quello che invece è certo ed equilibrato, ahinoi, è il dato delle "morti bianche" sul lavoro. Una beffa ben più amara del danno!!
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Si conclude domani il mandato a rettore della scuola IMT di Rocco De Nicola, alla guida della scuola dal primo novembre 2021: in quest’occasione, De Nicola si è trovato a riflettere con gratitudine su quanto lui e la scuola hanno costruito insieme, rafforzando il posizionamento della stessa a livello locale, nazionale e internazionale.
L’offerta formativa è stata arricchita con l’attivazione del dottorato in management of digital transformation, il dottorato di interesse nazionale in cybersicurezza, la laurea magistrale in software science and technology, la laurea magistrale in psicologia forense e criminologia clinica, il master executive in leadership leggera e il master executive in decision intelligence.
“Questi programmi ci hanno permesso di sviluppare partnership strategiche, aumentare la visibilità della scuola e di ricercatrici e ricercatori, ed estendere il bacino di attrazione dei nostri dottorati, sempre in linea con lo spirito iniziale di sperimentare programmi innovativi e trasversali, garantendo al contempo una formazione disciplinare di altissimo livello- dichiara il rettore uscente- Il lavoro svolto in questi anni ha avuto un impatto significativo sul territorio, contribuendo a consolidare i legami tra la scuola IMT, le istituzioni e la comunità locale”.
“La scuola si è confermata tra le migliori per qualità della ricerca, secondo la classifica che l’ANVUR stila ogni cinque anni. Siamo stati selezionati tra i 180 dipartimenti di eccellenza per il quinquennio 2023-2027 con il progetto resilienza economica e digitale. Abbiamo ottenuto finanziamenti significativi nell’ambito del PNRR e dei progetti PRIN. In particolare, siamo stati coinvolti in due grandi progetti con finanziamenti di circa un milione di euro ciascuno: un partenariato esteso a livello nazionale sulla cybersicurezza e un consorzio regionale sull’ecosistema della salute- prosegue a riflettere- Complessivamente, nel triennio 1/11/2021-1/11/2024 ci siamo aggiudicati finanziamenti per 20 milioni di euro per progetti di ricerca”.
Successi che sono il risultato del lavoro straordinario di corpo docente e ricercatore, nonché del personale tecnico amministrativo; tutte componenti, queste, che hanno visto una notevole crescita in questi tre anni. In crescita anche gli spazi e le postazioni, a seguito di una politica di sviluppo immobiliare intrapresa per far fronte ai sempre crescenti bisogni di spazi connessi alla crescita del personale e degli studenti, nell’ottica di valorizzare il centro storico di Lucca come campus naturale. “Dall’inaugurazione della nuova residenza all’interno dell’edificio di via Brunero Paoli, ristrutturato con il finanziamento della fondazione Cassa di risparmio di Lucca (FCRL) e del MUR, all’allestimento con postazioni studio del refettorio di San Francesco sempre finanziato da FCRL, fino all’acquisto di palazzo Boccella, primo immobile di proprietà della scuola”, si sottolinea.
Durante il triennio, la scuola ha risposto prontamente anche alle crisi globali con concreti aiuti, dichiara ancora De Nicola: in particolare, è stato offerto rifugio a due ricercatrici costrette a fuggire dal proprio paese insieme alle rispettive famiglie, e ancora è stato avviato un programma di accoglienza per studiose e studiosi che si trovano in situazioni in cui la libertà accademica è ristretta e le attività di ricerca, insegnamento e formazione sono represse, con un bando per 10 borse di studio, cinque della quali finanziate da FCRL.
“In questi anni, i momenti di incontro e condivisione con la nostra comunità sono stati molti e preziosi. In ognuno di questi ho potuto percepire il forte senso di appartenenza e la passione che ciascuno di voi mette nel proprio lavoro. Desidero esprimere la mia profonda gratitudine a tutti voi: grazie al vostro impegno, alla vostra dedizione e al vostro spirito di collaborazione abbiamo raggiunto risultati straordinari. Sono certo che la scuola continuerà a crescere e migliorarsi, grazie al vostro contributo essenziale e alla vostra continua partecipazione- conclude il rettore uscente- Domani è il mio ultimo giorno anche come professore della scuola, dove sono arrivato nel luglio 2011. È stata davvero una bellissima avventura, e un onore e un privilegio lavorare con tutti voi. Spero di lasciarvi un buon ricordo; da parte mia, posso sicuramente dire che ho ricevuto da voi molto di più di quanto vi abbia dato, pur avendo sempre dato il massimo. Continuate così”.